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I preti della Diocesi in ritiro a Valderice PDF Stampa E-mail
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gioved́ 17 settembre 2009
Presente l'arcivescovo Ruppi. Il vescovo scrive ai preti per l'anno sacerdotale

Carissimi fratelli e figli presbiteri,

in questo anno sacerdotale indetto dal Santo Padre Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario del dies natalis del Santo Curato d’Ars, protettore di tutti i parroci del mondo, ho scoperto e fatto mia una preghiera che S. Giovanni Maria Vianney aveva composto e recitava ogni giorno.

Quel “Ti Amo”, rivolto a Dio, ripetuto con insistenza, mi martella dentro e mi è diventato familiare, mi interroga, mi costringe a fare un sincero esame di coscienza, mi dà la misura di come dovrei essere e vivere, mi fa sentire piccolo e fragile ed insieme mi dà ardimento e forza per non abbattermi e non disperarmi, mi dona serenità e pace e mi fa amare stimare immensamente il dono del sacerdozio ministeriale al quale senza mio merito sono stato chiamato. Pregare con questa formula giova al mio spirito e pertanto ho pensato bene di parteciparla anche a voi nella convinzione che possiate riceverne beneficio nell’esercizio del vostro ministero, guidati sempre da quella fiamma della carità che sola dà senso e significato alla nostra missione.

Donare la vita per amore, lasciarci plasmare dall’Amore, vivere e morire d’Amore è la grazia più grande che può essere a noi data e di cui non basterà l’eternità per ringraziare Dio Amore increato, infinito, eterno. L’eternità sarà definitivamente segnata dall’amore; l’amore risplenderà sulla creatura salvata dall’Amore fattosi carne, l’amore appagherà ogni nostro desiderio, nell’oceano infinito dell’amore divino ci sarà dolce naufragare. I

l sacerdozio cattolico è sulla terra la declinazione più bella, più esaltante e impegnativa dell’amore. Sempre il Curato d’Ars definiva il sacerdozio “l’amore del cuore di Gesù”. L’amore di Gesù che si è fatto per noi piccolo e povero e si è sottoposto al supplizio della croce deve trovare in noi sacerdoti il modo di esprimersi compiutamente sul modello dell’apostolo delle genti “mi sono fatto tutto a tutti per guadagnare tutti a Cristo”.

Vivere e morire d’amore è l’ideale al quale mi permetto di richiamare la mia e vostra attenzione nella ferma convinzione che amando con il cuore di Cristo saremo felici innanzitutto noi, renderemo testimonianza credibile, mostreremo il volto bello di un presbiterio unito, impegnato, spiritualmente motivato, pastoralmente attrezzato per rispondere alle sfide del mondo di oggi. Dentro questa preghiera metto ciascuno di voi, che mi siete fratelli e figli nella fede, desideroso di vedervi entusiasti, gioiosi, propositivi, servi per amore nella Vigna del Signore.

Con questi desideri e propositi vi consegno questa preghiera e vi auguro santità di vita, passione per il Regno, gioia di donazione e di servizio perché la nostra amata Chiesa di Trapani possa essere infiammata del fuoco della carità di Cristo Gesù, unico, sommo ed eterno sacerdote.

Con affetto vi abbraccio e benedico,

+ Francesco Miccichè Vescovo

Ti amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.

Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente.

Ti amo, mio Dio, e desidero il cielo, soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente.

Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro.

Fammi la grazia di soffrire amandoti e di amarti soffrendo e di spirare un giorno amandoti e sentendo che ti amo.

Amen

 
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