L'11 giugno nelle tre zone pastorali. Il messaggio del vescovo
Si concluderà ufficialmente l’11 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù, l’Anno Sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI lo scorso 19 giugno. Alcuni sacerdoti della diocesi (Mons. Vito Filippi, mons. Antonino Adragna, don Franco Pirrera e don Alberto Giardina) si trovano in questi giorni a Roma per partecipare con il Santo Padre alle celebrazioni conclusive. In Diocesi si terranno dei momenti di preghiera e di condivisione fraterna tra tutti i sacerdoti nelle tre zone pastorali. Il Vescovo Francesco Micciché ha inviato una lettera a tutti i presbiteri mentre anche l’Azione Cattolica diocesana presieduta da Gino Gandolfo, ha voluto esprimere la vicinanza dei laici cattolici a tutti i presbiteri con un messaggio.
Prima Zona Pastorale, Parrocchia Sacro Cuore Trapani, alle ore 10.30 S. Messa presieduta dal vescovo Francesco Micciché: seguirà adorazione eucaristica comunitaria e pranzo fraterno.
Seconda Zona Pastorale, Parrocchia Sacro Cuore di Napola, alle ore 10.30 S. Messa presieduta dal vicario zonale don Piero Messana, seguirà adorazione eucaristica e pranzo fraterno.
Terza Zona Pastorale, Parrocchia Sacro Cuore Alcamo, alle ore 10.30 S. Messa presieduta dal vicario zonale mons. Antonino Treppiedi, seguirà adorazione eucaristica e pranzo fraterno
Ecco la lettera del vescovo ai presbiteri della Diocesi:
Ai presbiteri Ai religiosi e religiose Al popolo santo di Dio
“Misericordias Domini in aeternum cantabo”
Carissimi fratelli e figli presbiteri della santa Chiesa di Dio che è in Trapani, la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, a conclusione di quest’anno speciale dedicato per volere del Santo Padre Benedetto XVI al Sacerdozio cattolico, ci conduce dentro il mistero centrale della nostra fede, in quell’immenso oceano di amore che è Dio a cui dobbiamo tutto e in cui troviamo pace e diamo senso alla nostra vita. Il Sacerdozio è dono d’amore di Cristo, Sacerdote unico, sommo ed eterno della Nuova Alleanza tra Dio e l’uomo sancita con il suo sangue sparso sulla croce per noi e per tutti gli uomini. Da quel “Fate questo in memoria di me” del Giovedì Santo ha inizio la straordinaria avventura del Sacerdozio cattolico, di quegli uomini chiamati da Cristo per stare con Lui ed essere ammaestrati dalla sua Parola, consacrati per una missione che ha nell’Eucaristia il suo cuore pulsante e la sua ragione di essere. Ecco ciò che ci esalta e ci responsabilizza davanti a Dio e al popolo a noi affidato. Agiamo in persona Christi, siamo sua voce, sue mani, suo corpo sia pure nella nostra umana fragilità. Che grande mistero non è questo! Vivere il nostro sacerdozio è immergerci nel mistero accogliendo con un ‘eccomi’ senza riserve e per sempre il dono gratuito di Dio, felici di essere da Lui usati per realizzare il suo progetto salvifico. Dentro questa realtà di grazia si colloca la nostra azione pastorale, il nostro impegno quotidiano di servizio a Dio e ai fratelli. La carità pastorale è la cifra del nostro agire che dev’essere sostenuto, alimentato e guidato da retta coscienza, dalla meditazione quotidiana della Parola di Dio, dalla preghiera, dall’esercizio della carità eroica. L’unione con Cristo è indispensabile se vogliamo incidere positivamente nelle anime a noi affidate. È Gesù, il suo amore misericordioso e sanante, il segreto di una vita sacerdotale significativa e bella. Il sacerdote innamorato di Gesù è il sacerdote servo per amore che carica di ottimismo la storia dando a tutti ragione della speranza certa. Il “So infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato” (2Tm 1,12) dell’apostolo Paolo è la consapevolezza che dobbiamo coltivare se vogliamo essere veri sacerdoti, testimoni del Risorto, guide sicure del nostro popolo. Il momento storico che stiamo vivendo non è facile sotto molteplici aspetti e il sacerdote sta dentro la storia con la passione di chi è stato conquistato dall’Amore ed ha chiara la sua missione che non ha altro obiettivo se non quello di servire la causa di Dio che vuole la salvezza dell’uomo. L’emergenza educativa è il tormento e la scommessa su cui la Chiesa che è in Italia sta avviando la riflessione per il decennio appena iniziato. Anche la nostra Chiesa si prepara a vivere una tre-giorni speciale in preparazione all’anno pastorale 2010-2011 avendo a tema i giovani. Nel tormentone di una diffusa letteratura che guarda ai giovani come fruitori di beni, asserviti a logiche di consumo, anello debole di una società consumistica, dove tutto è relativo e non c’è nulla di assoluto, siamo chiamati a farci carico del bene dei giovani che colorano di speranza il futuro. A loro va dato spazio nei nostri pensieri, nei nostri programmi pastorali, nel nostro quotidiano esercizio del ministero sacerdotale. I giovani ci chiedono un supplemento d’amore, un di più di attenzione ai loro bisogni, alle loro attese, ai loro travagli. Diamo al nostro sacerdozio uno slancio di generosità verso la gioventù facendoci cirenei e portando con loro e per loro la croce di un disagio giovanile che pesa enormemente sulla società tutta. Amiamoli come li ama Gesù, abbiamo per loro uno sguardo benevole, non giudichiamoli, facciamo sentire loro la nostra amicizia, il nostro affetto, la nostra stima. Sia il nostro sacerdozio fedele, giovane, generoso, donato, speso solo per amore. Maria, madre e modello dei sacerdoti, ci ottenga la grazia dal suo Gesù e nostro Signore di essere sacerdoti sempre, in ogni circostanza, anche a costo della vita, sacerdoti secondo il cuore di Cristo. Con questi sentimenti auguro a ciascuno di voi, carissimi sacerdoti, di vivere la solennità del Sacro Cuore di Gesù, fonte viva dell’amore di Dio per l’uomo e prego affinché possiamo esprimere sempre entusiasmo, gioia di donazione, amore per realizzare nel nostro presbiterio una comunione profonda e veritiera.
Su tutti voi invoco la benedizione del Signore apportatrice di ogni grazia.
Trapani, 11 Giugno 2010
Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù
+ Francesco Miccichè Vescovo
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