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Il tesoro della Chiesa Madre di Erice PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 26 maggio 2004
Si presenta il catalogo
Viene presentato mercoledì 26 Maggio con inizio alle ore 17.30 presso la chiesa di San Giovanni ad Erice

“Il tesoro della Chiesa Madre di Erice”,

catalogo dell’allestimento museale annesso alla Regia Matrice

a cura di Maurizio Vitella.

Il volume sarà presentato da Maria Concetta Di Natale, professore ordinario di museologia presso l’università degli studi di Palermo. Interverrà S.E. Mons. Francesco Miccichè, vescovo di Trapani.





Il Museo della chiesa Madre di Erice offre una selezione di opere d’arte sacra che documenta circa sei secoli di arte fede e devozione del popolo di Monte San Giuliano.

Il percorso si sviluppa all’interno della stessa matrice, comprendendo la cappella De Scrineis, realizzata nel 1568 dall’Arciprete Cesare de Scrineis e caratterizzata da una copertura a cupola semisferica con nicchie angolari, l’ex cappella di San Nicolò di Bari, anch’essa con originalissima copertura ad archetti rincorrenti, e la cappella di San Giuseppe, tutti ambienti della navata laterale sinistra recentemente restaurati a cura della locale Soprintendenza ai BB.CC.AA. sotto la direzione dell’architetto Luigi Biondo.

Le opere selezionate per l’allestimento offrono ai visitatori un’idea della ricchezza delle chiese ericine: nel percorso espositivo sono comprese opere pittoriche, tra cui si segnala la deposizione di Orazio Ferraro del 1622, sculture lignee, tra cui spicca Sant’Antonio Abate realizzato da Pietro Orlando nel 1699, numerose suppellettili liturgiche, come il Calice di San Giovanni del 1326 o il monumentale ostensorio architettonico di Pietro Lazzara del 1602, e una minima selezione dell’ampio patrimonio tessile, di cui basti citare la pianeta in velluto impresso della fine del XVI secolo.

La scelta dei manufatti si è basata sulla considerazione del legame con le tipiche produzioni dell’illustre artigianato artistico che per secoli ha fatto conoscere l’agro ericino e trapanese in tutt’Europa: dalla produzione in legno tela e colla, alla lavorazione del corallo e dell’avorio, tecniche artistiche rappresentate da alcune sculture e da una pianeta ricamata proprio con perline di prezioso materiale marino.

In tono provocatorio l’esposizione di alcune sculture lignee, bisognevoli di urgenti interventi di restauro che, si spera, possano essere sponsorizzati da privati benefattori o Enti o Club Service sensibili a tramandare ai posteri un così importante patrimonio d’arte, cultura e fede.

Le circa settanta opere esposte sono state selezionate da Maurizio Vitella, professore a contratto presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università degli Studi di Palermo e bibliotecario della Fardelliana di Trapani, e curate nell’allestimento dagli architetti Marinora e Tiziana Sanges.


Ad Erice il 27 Maggio la giornata della Montagna del Signore






Da alcuni anni, il 27 maggio, anniversario della Dedicazione del Duomo, è diventato, il giorno della “Montagna del Signore”, progetto della Diocesi di Trapani che mira a tutelate la tradizione di fede e d’arte di Erice, arivitalizzare i beni ecclesiastici ericini e a proporli in un progetto di nuova fruizione ad un circuito nazionale ed internazionale.



La celebrazione della giornata inizia alla vigilia, questo pomeriggio, con la presentazione del Catalogo delle opere esposte nel Real Duomo: “Il tesoro della Chiesa Madre di Erice”, del Prof. Maurizio Vitella.



La Santa Messa di giovedì 27 Maggio alle ore 18,30, sarà celebrata dal Vescovo Mons. Francesco Miccichè. Concelebreranno i sacerdoti della Seconda Zona pastorale della Diocesi ( Agro ericino e agro trapanese). Nella stessa occasione il Vescovo rinnoverà il mandato ai Ministri straordinari dell’Eucaristia e conferirà l’incarico ai nuovi. I ministri straordinari a servizio dei malati provengono da Paceco, Rilievo, Xitta, Fulgatore e frazioni Trapanesi, Isole Egadi, Erice Vetta, Napola e frazioni ericine dell’Agro, Valderice. Buseto, Custonaci e San Vito Lo Capo.



Contestualmente si terrà ad Erice la seconda tappa delle celebrazioni del 150° della fondazione della Parrocchia di San Vito Lo Capo



Continua a San Vito Lo Capo il cammino per ricordare durante l’anno il 150 della fondazione della Parrocchia che coincide con la nascita ufficiale del Paese.

Il cammino, iniziato a febbraio con l’inaugurazione del nuovo centro di pastorale giovanile “Danza la vita”, giunge alla seconda tappa con il pellegrinaggio del Consiglio pastorale e della Deputazione del santuario alla Matrice di Erice, che per secoli è stata la Chiesa Madre di tutto l’Ericino e quindi anche la Chiesa parrocchiale di San Vito. A riaffermare il vincolo di sangue, di fede, di cultura tra la Città Madre ericina e il suo primogenito figlio, il paese di San Vito, la Deputazione del Santuario offrirà, alla fine della celebrazione, a tutti i partecipanti il “Pane di Natale”, una delle antiche tradizioni Ericine, che sopravvive oggi solo a San Vito e che delizia tutto l’anno i turisti.







Note storiche ad uso della redazione


Nel 1789 le istruzioni prudenziali per la censuazione delle terre del Regno del Vicerè Caramanico da lo sprone al popolamento delle campagne.

Ma ancora nel 1815 il luogotenente della Regia Marina Britannica scrive che San Vito Lo Capo è un villaggio di appena 140 abitanti

Nello stesso tempo le cronache dell’epoca del Santuario attestano il gran numero di pellegrini che si recano a impetrare l’intercessione del Santo.

Ma già nel 1846 la situazione è cambiata. Il primo vescovo di Trapani Mons. Vincenzo Maria Marolda ordina infatti di in quell’anno di tenere il fonte battesimale.

I battezzati di quell’anno furono 45 e 16 le esequie di cui la maggior parte infanti. Evidentemente si trattava di giovani famiglie emigrate qui dal Monte che cominciavano a dare vita a un insediamento stabile. Le prime famiglie attestate nei registri nello stesso anno sono:Agosta, Aiuto, Amico, Augugliaro, Badalucco, Barraco, Bontumasi, Candela, Cascio, Castiglione, Catanzaro, Cicala, Cipollina, Compagno, Coppola, Cusenza, Donato, Fontana , Gagliano, Gammicchia, Graziano, La Commare, La Rocca, La Sala, Lazarino, Lombardo, Lucido, Maranzano,Miceli, Milana, Minaudo, Monacò, Napoli, Pellegrino, Peraltà, Peraino, Ruggirello, Trapani, Virga, , Vultaggio, tutte di origine ericina.

Mons. Vincenzo Ciccòlo Rinaldi, secondo Vescovo di Trapani (1853-1874), considerato che numerosissime famiglie da Erice si erano stabilite nelle contrade dell’Agro, consapevole che i fedeli del contado erano costretti a ricevere i sacramenti con grave disagio dopo lungo, faticoso e pericoloso viaggio nella Chiesa Madre sul Monte, costatato che il nuovo paese di San Vito era ormai cresciuto nel numero dei suoi abitanti e, unico tra le numerose frazioni dell’Ericino, sviluppato con rete viaria regolare quasi Erice nuova

Eresse la parrocchia di San Vito Lo Capo il 31 luglio 1854
 
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