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E' Natale: mettere in pratica la vita buona del Vangelo PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 22 dicembre 2010
Gli auguri del vescovo Francesco Micciché

MESSAGGIO DEL VESCOVO FRANCESCO MICCICHE’

S. Natale 2010

Cristo che nasce, umile e povero, nella capanna di Betlemme esalta la vita, dona forza alla vita e ci invita a celebrare la vita in ogni momento come la cosa più sacra e più bella. Oggi si propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, soprattutto tra i giovani. Benedetto XVI la chiama “pompa di vita apparente”: una promessa di apparente felicità che in realtà si fa strumento di disincanto e di morte. Chiudersi al mistero della vita è l’errore più grande che una società possa compiere, è il sintomo di uno sfacelo sociale che parte da una perdita del senso morale e della capacità di stupirsi di fronte al mistero.

E' dura la vita nel suo svolgersi naturale, insidiata da mali vecchi e nuovi, messa a rischio da malattie, umiliata dall'immoralità e dalle ingiustizie. La vita è fatica, è lotta per conquistare spazi di autonomia di pensiero e di azione ricercando ciò che è buono e fa buona la nostra esistenza. Sulla vita buona dobbiamo scommetterci come cristiani: siamo chiamati a mettere in pratica la vita buona che ci propone il Vangelo, le sue beatitudini, la sua misura d'amore perché la gioia sia in noi e sia piena.

Il Natale ci ripete che Dio c'è, è al nostro fianco, è misericordia, è nostro rifugio e nostra salvezza. “Con la sua venuta tra noi, Dio ci indica e ci assegna anche un compito: proprio quello di essere somiglianti a Lui e di tendere alla vera vita, di arrivare alla visione di Dio nel volto di Cristo (...) Il Verbo fatto bambino ci aiuta a comprendere il modo di agire di Dio, affinché siamo capaci di lasciarci sempre più trasformare dalla sua bontà e dalla sua infinita misericordia” (Benedetto XVI, udienza generale del 22 dicembre 2010). Davanti a quel Bambino Divino possiamo scorgere la nostra più autentica umanità, il nostro cuore sarà contagiato dal bene e saprà rifuggire il male. “La cura che poniamo per rendere più splendenti le nostre strade e le nostre case ci spinga ancora di più a predisporre il nostro animo ad incontrare Colui che verrà a visitarci, che è la vera bellezza e la vera luce – ci ricorda Benedetto XVI - Purifichiamo quindi la nostra coscienza e la nostra vita da ciò che è contrario a questa venuta: pensieri, parole, atteggiamenti e azioni, spronandoci a compiere il bene e a contribuire a realizzare in questo nostro mondo la pace e la giustizia per ogni uomo e a camminare così incontro al Signore” (idem).

Ogni gesto compiuto per il bene, carissimi fratelli e sorelle, produce cultura di vita.

Coraggio, allora: siamo decisi nel generare vita attorno a noi fuggendo da ogni logica di malaffare, di collusione col male, di ingiustizia, innescando una marcia in più nel cammino di liberazione interiore dall’egoismo e dal peccato.

Lasciamoci cullare dal canto degli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14).

 
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