Inaugurata in Madagascar con una festa calorosa....
Domani sera 16 Aprile alle ore 20.30 presso la Sala Panorama di Erice Casa Santa si terrà “una cena per chi soffre” l’appuntamento annuale organizzato dall’Ufficio Missionario della Diocesi di Trapani che prevede una cena con piatti poveri e un momento di condivisione e di verifica sulle iniziative promosse in Madagascar dalla Diocesi di Trapani.
Domani sera sarà presente l’intero gruppo di volontari, medici,infermieri appena rientrato dal viaggio di conoscenza in Madagascar che quest’anno è stato particolarmente intenso per l’inaugurazione della “Casa Speranza” per poveri, anziani, bambini e senza tetto.
Si tratta di due strutture adiacenti: una di 1400 metri quadrati e di una 700 per le suore nazarene, i ragazzi del servizio civile e i volontari che dedicano alcuni mesi della loro vita al servizio della popolazione malgascia. La casa offrirà una mensa quotidiana per i poveri delle sette parrocchie del circondario, circa cento persone al giorno e sarà gestita da tre suore Nazarene (oltre ad un guardiano, ad un cuoco ed una lavandaia). “Offriremo la possibilità di fare la doccia, oltre al pasto quotidiano – spiega il direttore dell’Ufficio Missionario don Mario Bonura - ospiteremo alcuni casi estremi di senza tetto e senza famiglia circa 20 persone”. Al piano primo sarà allocata la direzione, la grande cucina, la dispensa, la lavanderia, la grande sala da pranzo e le stanze per i poveri; al piano superiore della struttura più grande saranno accolti i sacerdoti anziani diocesani, le suore e la Cappella.
Nella seconda struttura al piano terra ci sarà l'ambulatorio medico, lo studio ottico, una chiesetta di 90 mq e altre stanze per i senza tetto, al piano superiore stanze per i ragazzi del servizio civile con la cucina. L’intera opera è costata circa 450mila euro.
I lavori sono iniziati nel 2006. La casa sarà completamente operativa nel prossimo mese di Settembre
L’inaugurazione ha avuto inizio con la solenne concelebrazione eucaristica e la benedizione dei locali secondo la tradizione malgascia: con un lungo corteo animato con canti che ha attraversato tutte le stanze e i locali della Casa Speranza. Quindi una piccola festa con le loro tipiche patatine fritte, arachidi tostate e dolci locali. Una Festa gioiosa e calda tipica delle terre del sole.
Erano presenti molti sacerdoti della diocesi e missionari, alcuni laici che vivono in missione, le suore Nazarene e molti abitanti del paese di Fiananarantsoa oltre a Padre Zocco, un gesuita missionario e suor Agnese che sono il punto di riferimento per le attività della diocesi di Trapani in terra malgascia E’ stato il segretario del vescovo don Filippo Cataldo a leggere il messaggio di mons. Francesco Micciché all’arcivescovo presidente della Conferenza Episcopale malgascia, Fulgence Rabemahafaly e a tutta la comunità della Diocesi. “Carissimi amici di Fianarantsoa, motivi pastorali mi impediscono di poter essere presente per l’inaugurazione di questa meravigliosa Casa di Accoglienza per i poveri nella zona di Amboaloboka voluta e finanziata dalla Diocesi di Trapani – ha scritto il vescovo - non vi conosco, ma vi amo con tutto me stesso, vi saluto e vi abbraccio e insieme a voi saluto ed abbraccio il vostro Vescovo, i Sacerdoti, le Suore, i Catechisti, e vi prometto solennemente che continueremo a sostenervi nei vostri progetti pastorali. Pregate per me e per la Chiesa di Trapani.
Il mondo è come una grande risaia: il lavoro porta frutto attraverso lo sforzo di tutti” cosi recita un proverbio malgascio e veramente lo sforzo di tutti voi ci ha permesso negli anni di vedere concretizzati tanti progetti, di vedere accese tante speranze, di vedere alimentati tanti sogni ma soprattutto di comprendere il disegno di Dio per la nostra Diocesi: essere Chiesa Missionaria – ha concluso il direttore dell’Ufficio Missionario don Mario Bonura - Questi dieci anni di gemellaggio con la Chiesa malgascia ci hanno permesso di capire il vero significato di Chiesa in Missione; non vuol dire che, da una parte, c’è una Chiesa che ha tutto da dare, e dall’altra una Chiesa che ha solo da ricevere. No, le cose non stanno così, in realtà c’è piuttosto un rapporto di “dare e ricevere”, uno scambio in cui ognuno mette a frutto i propri talenti, i diversi doni che ha ricevuto da Dio. Abbiamo portato a termine la costruzione della casa di accoglienza di Amboaloboka che è stata battezzata con il nome di ”TRANO FANANTENANA- Casa della Speranza”, luogo pronto ad accogliere i bisogni dei più poveri e a promuovere la loro crescita sociale e umana. La casa della speranza ha ancora bisogno di noi per essere sostenuta nelle sue iniziative e in chi ne gestirà le attività; così come hanno ancora bisogno di noi le suore della missione di Isoanala che si occupano dell’assistenza a malati, bambini,anziani, poveri e ancora la missione delle suore di Zazafotsy, i bambini rachitici del preventorio, il villaggio dei catechisti, il dispensario per la prevenzione e la cura delle malattie, hanno bisogno di noi… tutti coloro che hanno scelto di donare la loro vita al servizio degli ultimi”.
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