Sabato 17 marzo alle ore 17.00
Dopo alcuni lavori di adeguamento liturgico dell’area presbiterale, domani sabato 17 marzo alle ore 17.00 il vescovo di Trapani Mons. Francesco Miccichè presiederà il rito di dedicazione del santuario Maria Santissima di Custonaci.
La liturgia di dedicazione, una delle più suggestive e ricche, presenta attraverso gesti e parole il mistero della chiesa materiale immagine speculare della Chiesa mistero. L’intero rito, infatti, si svolge volgendo continuamente lo sguardo al tempio che si sta dedicando e contestualmente richiamando la Chiesa, popolo di Dio fondato su Cristo, pietra angolare, ed edificato sugli apostoli.
Il rito consta di cinque consequenziali momenti: riti d’introduzione, liturgia della parola, liturgia di dedicazione, liturgia eucaristica, riti di conclusione.
Nei riti d’introduzione, il vescovo benedice l’acqua ed asperge, in memoria del battesimo e in segno di penitenza, il popolo radunato, le pareti del tempio e, tornando in presbiterio, in nuovo altare.
Dopo il canto del Gloria e l’orazione colletta, ha inizio la liturgia della Parola, introdotta dall’ostensione del Lezionario. Il vescovo, presentando il libro da cui verranno proclamate le letture, dice: «Risuoni sempre in questo luogo la parola di Dio, riveli e proclami il mistero di cristo e operi nella chiesa la vostra salvezza. In riferimento alle letture si segnala la prima tratta dal libro di Neemia che dà il quadro grandioso e solenne dell’avvenimento costitutivo della comunità giudaica, la proclamazione della Legge da parte di Esdra, posto su un’alta tribuna lignea attorno alla quale è posto il popolo che risponde «amen, amen».
Il terzo momento è quello della liturgia di dedicazione che ha inizio con il canto delle litanie a cui fa seguito la splendida e densa preghiera di dedicazione articolata in due parti. La prima parte, dopo il prologo che esprime la volontà del popolo fedele di dedicare a Dio la chiesa-edificio, presenta le immagini bibliche della Chiesa-mistero: sposa di Cristo, vigna del Signore, tempio di Dio, città posta sul monte. La seconda parte della prece di dedicazione ha carattere ingiuntivo ed implora da Dio la benedizione e la santificazione sulla chiesa e sull’altare e richiama le funzioni della chiesa.
Dopo la preghiera di dedicazione il vescovo unge con il sacro crisma l’altare e le croci poste alle pareti della chiesa, esprimendo così l’unità di Cristoe delle sue membra e la santificazione implorata nella prex dedicationis.
Il secondo rito della liturgia di dedicazione è l’incensazione dell’altare e della chiesa. Sull’altre viene posto un braciere sul quale vengono fatti bruciare alcuni granelli di incenso, il vescovo, quindi, incensa l’altare e, a seguire, i diaconi incensano il vescovo, i ministri, l’assemblea e le pareti della chiesa.
Terminata l’incensazione l’altare viene asciugato dal sacro crisma, addobbato con la tovaglia bianca, i candelieri e i fiori.
L’ultimo rito è quello dell’illuminazione dell’altare e della chiesa che ricorda che Cristo è luce per illuminare le genti e del suo splendore brilla al chiesa e per mezzo di essa tutta la famiglia umana.
La liturgia eucaristica presieduta dal vescovo costituisce il vertice del rito di dedicazione, tanto che in antichità era l’unica azione per dedicare il tempio cristiano: con la celebrazione del sacrificio eucaristico, infatti, come suggeriscono le premesse teologiche del rito, si raggiunge e si manifesta chiaramente nei segni il fine principale per cui è stata edificata la chiesa ed è stato costruito l’altare.
Della liturgia eucaristica si segnalano il bacio dell’altare, segno di venerazione di questa eminente icona cristica e che ritroviamo all’inizio e alla fine di ogni celebrazione, e il testo del prefazio che avvia il rendimento di grazie e che sintetizza i temi teologici della dedicazione e della carica simbolica della chiesa edificio.
Nei riti di conclusione, le tre invocazioni della benedizione solenne riprendono i concetti ed evocano i testi già richiamati nello svolgimento del rito.
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