L'incontro dell'Amministratore Apostolico con i giornalisti per San Francesco di Sales
Un dialogo sulla chiesa oggi e le nuove frontiere della comunicazione digitale all'incontro con i giornalisti per la festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, che si è tenuto, com'è tradizione in Diocesi, presso il Salone dei vescovi, in Episcopio.
L’arcivescovo ha dapprima scherzato dicendo di appartenere anche anagraficamente al “Vecchio testamento” e di non essere un esperto dei social network perché non li usa. Poi ha espresso il suo parere personale:
“Io sono sempre convinto e lo sono sempre di più che la Parola di Dio permane sempre parola, parola annunciata, proclamata. Tutto quello che diventa sostitutivo della proclamazione della Parola rischia di diventare un po’ equivoco. Anche perché questo tipo di comunicazione è aperto a tutti i rischi possibili e immaginabili, perché è un mezzo aperto a tutti, dove chiunque può dire quello che pensa senza pagare il prezzo di quello che dice e le conseguenze. E questo, a mio parere, è un grande pericolo perché effettivamente si rischia di annacquare l’autenticità del messaggio. Quindi, io credo che sì, tutti questi mezzi possono essere utili, però stiamo attenti a non mitizzarli come se oggi l’evangelizzazione dovesse necessariamente passare attraverso questi mezzi.
L’evangelizzazione, a mio parere, passa ancora e soprattutto, attraverso il contatto personale, la relazione, con le persone. Questi mezzi sono spersonalizzanti di fatto, perché sono anonimi poi, perché chiunque può scrivere, mettere nome e cognome, però questo nome e cognome può essere anche fasullo, no? Allora, il contatto personale, l’amicizia, il dialogo, lo scambio tra persona e persona, io penso siano ancora il mezzo più efficace: la tecnica non potrà mai sostituire i sentimenti. E se noi vogliamo ridurre a formule tecnologiche il cuore dell’uomo, facciamo un pessimo servizio alla sua dignità e alla sua irripetibilità”
|