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Vivere la sobrietà nella fraternità PDF Stampa E-mail
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sabato 21 dicembre 2013
L'invito del vescovo alle autorità riunite nel Palazzo vescovile

Vivere la sobrietà e promuovere anche con scelte politiche, nuovi stili di vita  

Un invito a vivere la sobrietà, a testimoniare e a promuovere nuovi stili di vita con l’azione culturale e la programmazione pratica degli enti locali, è giunto oggi agli amministratori locali, alle autorità civili e militari della Diocesi dal vescovo Pietro Maria Fragnelli nel corso dell’incontro che si è svolto stamattina nel Salone dei Vescovi. La sobrietà non va vissuta “in senso moralistico, come un senso di moderazione” nelle cose, ma come “virtù sociale che serve ad essere più giusti”, ha detto il vescovo. Mons. Fragnelli ha citato un allievo di don Milani, Francuccio Gesualdi che intende la sobrietà non solo come privazione, ma come stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, più inserito nei cicli naturali, che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti.

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“La sobrietà, ha continuato il vescovo di Trapani – passa attraverso piccole scelte quotidiane come utilizzare meno l’auto preferendo la bicicletta e i mezzi pubblici, utilizzando meno prodotti globalizzati e più prodotti locali, rivedendo le scelte quotidiane nell’uso dell’acqua, del cibo e di tutti i beni pubblici. Il vescovo ha donato a tutti i presenti l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii guadium” che definisce ingiusto alla radice l’attuale modello di sviluppo e richiama alla fraternità. La libertà e l’uguaglianza senza la fraternità, ha detto il vescovo, non ci permettono di guardare alla grandezza sacra dell’altro ma finiscono col chiuderci nell’individualismo. “Il modo di relazionarci con gli altri che veramente ci risana è una fraternità mistica, contemplativa che sa guardare alla grandezza del prossimo”.

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Mons. Fragnelli citando il documento del Papa che interroga la Chiesa sul modo di raggiungere anche i “cittadini a metà”, gli “avanzi urbani” che popolano oggi le grandi città”, ha raccontato di essere rimasto molto colpito nel suo primo giro in Diocesi dalla realtà di alcuni quartieri di periferia. “Non lasciamoci rubare la comunità” ha detto il vescovo.

Il vescovo nel porgere gli auguri a nome della Chiesa di Trapani ha anche ringraziato gli amministratori locali e le autorità civili e militari per l’accoglienza ricevuta. “Il mio convocarvi qui è soprattutto espressione di un grazie sincero e un gesto di restituzione semplice dopo l’accoglienza di questi primi due mesi in città e nelle realtà comunali del territorio della Diocesi”.

 
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