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Festeggiamenti patronali a Trapani: la nota della diocesi PDF Stampa E-mail
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marted́ 06 agosto 2019

Festeggiamenti patronali a Trapani: programma e nota esplicativa

 

Nel programma cittadino quest’anno non sono previsti festeggiamenti particolari per san Lorenzo e si rendono più essenziali i festeggiamenti per sant’Alberto patrono della città e patrono secondario della Diocesi.

 

Nel rendere noto il programma dei festeggiamenti patronali a Trapani ormai imminenti (oggi inizia la «quindicina» alla Madonna),  la Diocesi ha predisposto una nota che chiarisce il senso di alcune novità introdotte nel programma ufficiale. Si tratta di novità ad experimentum: in particolare il programma cittadino non prevede più i festeggiamenti per San Lorenzo, santo titolare della Cattedrale, che non avevano una tradizione significativa e, seppur importanti, si concentravano in giornate in cui la pietà trapanese tradizionalmente era già ricca di momenti spirituali e di condivisione per i suoi patroni principali. I festeggiamenti per San Lorenzo avranno un carattere esclusivamente parrocchiale.

Un cambiamento significativo riguarda anche la festa di Sant’Alberto: la processione del giorno della sua festa, il 7 di agosto, si concluderà al Santuario, eliminando il trasporto del giorno 9 che avveniva in maniera anonima con un numero sparuto di fedeli.

Con il vescovo Pietro Maria Fragnelli e i parroci, rimango a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti che possano aiutare a spiegare più profondamente il senso delle scelte maturate.

Di seguito la nota. In allegato il programma dei festeggiamenti. Segnalo che al Santuario quest’anno saranno presenti anche il vescovo di Latina già segretario generale della CEI Mariano Crociata e il vescovo ausiliare di Genova Nicolò Anselmi. Per la celebrazione del mattino del giorno 6 agosto sarà presente anche il padre generale dell’Ordine dei Carmelitani.

 

 Da qualche anno i parroci della città di Trapani hanno avviato un confronto per sempre meglio valorizzare le feste patronali, conservandone l’alto valore simbolico legato tradizionalmente alla città vecchia, ma tenendo conto anche del nuovo assetto urbanistico della città.  I parroci hanno constatato, purtroppo, come nonostante gli sforzi messi in atto da alcuni anni (si pensi per esempio alle celebrazioni promosse dalla Diocesi in occasione dell’anno albertino), i festeggiamenti cittadini dedicati a Sant’Alberto degli Abbati, fanno ricordare titoli apparsi alcuni anni fa sui giornali locali che definivano il santo trapanese “Il patrono dimenticato”.

In particolare negli ultimi anni è risultato anonimo e scialbo, con scarsissima o praticamente nulla partecipazione di fedeli, il “trasporto” del simulacro argenteo del Santo al Santuario, che avveniva il 9 di agosto, due giorni dopo la  festa.  Per questo motivo, dopo un confronto durato due anni, il clero cittadino ha ritenuto di proporre di far rientrare la statua al Santuario della Madonna nello stesso giorno della festa liturgica di Sant’Alberto. Il nuovo percorso processionale, oltre a tenere in considerazione il nuovo sviluppo urbano della città, farà simbolicamente percorrere al Santo patrono della città l’odierno asse viario principale di Trapani, per idealmente immergere la sua presenza benedicente nel concreto vissuto esistenziale di quanti lo invocano evitando il desolato e solitario rientro del giorno 9. Le linee guida dei vescovi siciliani del 1968 e del 1972, tra l’altro, chiedono espressamente ai vescovi di sospendere quelle processioni dove la partecipazione del popolo è esigua.

Non si tratta di una volontà d’impoverimento del patrocinio e dei festeggiamenti in onore del nostro santo patrono.  La Diocesi con questo segno desidera lanciare un sasso del mare dell’indifferenza per stimolare una riflessione condivisa sul grande valore delle forme di pietà popolare ereditate dal passato. Quando alcuni gesti non sono leggibili come nel passato e la loro “significatività” – legata al contesto della loro creazione – non risulta più evidente, bisogna interrogarsi per una possibile trasformazione che non sia dissoluzione, ma rinnovamento, con l’assunzione di nuove modalità espressive. Sarebbe sterile infatti, esprimere semplicemente il proprio rammarico per una tradizione perduta senza impegnarsi fattivamente per ridarle vigore, provando nuovi cammini.

Siamo tutti grati e consapevoli del dono di vivere in un territorio ricco di tradizioni. Esse rappresentano un patrimonio che ci è stato donato e che dobbiamo tramandare alle nuove generazioni conservandone l’anima – come affermato dal vescovo Pietro Maria Fragnelli nelle Linee guida diocesane pubblicate il 24 gennaio scorso. Un dono che è desiderio di tutti conservare per vivere insieme, come città unita attorno al Santo patrono, i momenti di folklore e i cammini di spiritualità che sempre sanno generare quella serena letizia che proviene da una fede semplice e profonda.  Con questi sentimenti invitiamo tutti i fedeli e coloro che amano sinceramente le nostre tradizioni, a dare il proprio contributo, a manifestare la propria sincera devozione al nostro Santo patrono partecipando alle celebrazioni del 6 e del 7 agosto rinvigorendo l’afflato religioso e popolare e l’antico fervore della nostra città a Sant’Alberto.

 
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