L'eredità di S. Alberto alla sua chiesa: la santità |
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mercoled́ 10 maggio 2006 |
Intervento del vescovo a conclusione delle giornate di studio sul santo patrono
Dall’intervento finale del vescovo Francesco Micciché al convegno di studio sulla figura di S. Alberto degli Abbati, patrono di Trapani e patrono secondario della Diocesi che si chiude nella serata del10 Maggio 2006 presso il Seminario Vescovile di Trapani Ci siamo lasciati interrogare dalla storia sette volte centenaria di questo nostro conterraneo Alberto da Trapani, cercando di dare un senso più profondo e più vero alla nostra devozione, scoprendo la bontà delle radici di questa nostra città che gli ha dato i natali e l’ha nutrito con una fede genuina e forte radicata nella spiritualità carmelitana, all’ombra del Santuario della Santissima Annunziata, della dolcissima Madonna di Trapani. L’arte ce lo mostra uomo della purezza e del candore dell’anima, votato solo a Dio, in contemplazione della croce. Giglio e croce sono due elementi che accompagnano sempre il ritratto iconografico di S. Alberto. I santi sono modelli a cui indirizzare il nostro sguardo di meraviglia e di stupore. Essi con la loro vita ci parlano di Dio e a Dio i santi devono condurci. Con lo sguardo rivolto a S. Alberto la nostra Santa Chiesa di Trapani intende in quest’anno giubilare darsi un colpo d’ala nel pensarsi realtà santa, in cammino verso la santità, protesa al raggiungimento di questo ideale che è per tutti: la santità. Il piano pastorale che avrò la gioia di presentarvi a fine agosto ci introdurrà in questo orizzonte della santità che vedremo non come un orpello del nostro essere cristiani, ma come una caratteristica essenziale che ne denota l’identità più profonda e più vera. Ringrazio il comitato che ha preparato questo convegno e in particolar modo i padri carmelitani, i relatori e nel prosieguo della riflessione sulla santità vi invito fin d’ora a partecipare numerosi agli esercizi spirituali di fine agosto e auguri a tutti di vita santa. Viva S. Alberto! |