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Notte mariana: ricentrare la rotta del nostro cammino PDF Stampa E-mail
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gioved́ 14 agosto 2008
Il vescovo: le tradizioni non sono sensazionalismo ma occasione per ripensare nella fede i valori della vita madonna_1.jpg
Dal discorso del vescovo Francesco Micciché In occasione della “notte mariana”
Trapani - Bastione dell’Impossibile – 13 Agosto 2008



“In questa instabile estate meteorologica c’è qualcosa di strano che inquieta e turba le agognate-sospirate vacanze: il futuro. Constatiamo tutti che non cessa la voglia di divertimento, di evasione dal tram-tram quotidiano e, sia pure stringendo la cinghia, non si rinuncia facilmente alle ferie, al telefonino all’ultima moda, al televisore al plasma, alle tante cose superflue di cui sono piene le nostre case ma che una martellante pubblicità presenta in maniera accattivante come cose utili, anzi necessarie. E il mutuo per la casa? C’è inquietudine, c’è smarrimento. Se n’è fatto interprete il Santo Padre Benedetto XVI a Sidney durante la Giornata Mondiale della Gioventù. Lo smarrimento a cui fa riferimento il Papa ha origini più profonde di quelle che superficialmente vengono elencate dai mezzi di comunicazione sociale: la crisi economica, le famiglie che non ce la fanno più ad arrivare a fine mese, la povertà che cresce nel paese, il divario tra ricchi e poveri che si fa sempre più ampio, la paura dello straniero che è reale per i troppi episodi delinquenziali che li vedono protagonisti. È smarrimento esistenziale: è l’uomo che vacilla, la sua identità, il senso del suo vivere. Siamo più liberi - la tanta osannata libertà che rasenta non raramente il libertinaggio - eppure siamo tutti più fragili, più pieni di paure, più chiusi in noi stessi, più stanchi, più depressi, più disperati. Le statistiche ci mettono al primo posto in Sicilia come provincia per numero di suicidi. L’umanità che è in noi vive in sofferenza: mancano i punti di riferimento etici, c’è un lassismo morale che ha radici lontane… Vivere come se Dio non esistesse è diventato un segno di modernità, di emancipazione. Quando Dio scompare dall’orizzonte della vita è l’umanità che acceca Ritornare all’essenziale, vivere il quotidiano nella semplicità, nella verità, nel sapersi contentare di quanto la divina Provvidenza mette a disposizione è impossibile? È un’utopia? È un modo sbagliato di impostare il problema? È ritornare indietro? Il folclore che accompagna, quest’anno in maniera ancora più vistosa, la devozione alla Madonna di Trapani non vorrei che diventasse un’occasione in più per stordirci con il sensazionale, alienandoci ulteriormente da quelli che sono i problemi veri della vita. Tradizione, folclore, religiosità popolare come stordimento, fuga dalla vita reale se dovessero prendere il sopravvento sulle ragioni profonde del nostro credo cattolico, sarebbero da condannare con forza e da stroncare decisamente. Mi auguro che questo momento così pittoresco, così popolare, così carico della memoria del passato possa farci riflettere sul significato e sulla bontà di custodire i valori veri che ci hanno trasmesso i nostri padri. Il mondo tende a confonderci e bisogna stare attenti alle sue “sirene”: questo non significa demonizzare tutto ciò che di bello e di utile la modernità ci offre, ma saper discernere, alla luce del Vangelo e della retta ragione, tra ciò che è essenziale e ciò che è marginale e secondario per non correre il rischio di ritrovarci fuori rotta. Trapani, la tua bella Madonna, stasera ti invita a rientrare in te stessa, a vederti nella verità. Sei città bellissima, da riscoprire e da amare in ogni tuo angolo, ma questo amore per la storia, per i luoghi, per le strade, per i monumenti - e questo bastione ne è un esempio meraviglioso – esige da noi un cambiamento di mentalità, uno stile di vita sobrio, ordinato, rispettoso del passato, ricco dei valori che ci sono stati trasmessi. Ben venga finalmente la definizione e il completamento del porto, siano benvenuti i turisti che qui approdano e che portano benessere economico, ma stiamo attenti a non fermarci solo alla facciata. Andiamo a scavare nel profondo della nostra città e facciamoci carico - ciascuno per la parte che gli spetta - di renderla veramente città solidale, accogliente; città pulita dove ci sia rispetto per i beni pubblici, dove non manchino le scuole, si pratichi la raccolta differenziata della spazzatura; città fraterna dove nessuno abbia a soffrire per la mancanza di alloggi, di lavoro; città dove i servizi siano efficienti, dove non manchi l’acqua e il cittadino si senta fiero di essere parte di questa comunità. Con te, o cara Madonna di Trapani, nostra celeste patrona, vogliamo vivere una vita degna, una vita carica di fede e di amore per Dio, per la Chiesa, per i fratelli, per il creato tutto.
 
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