Il vescovo apre la processione dei Misteri di Trapani. Un ricordo alle vittime del terremoto
Processione dei Misteri
Benedizione Iniziale
Piazza del Purgatorio, 10 Aprile 2009 ore 13.45
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Grido lacerante, umanamente inquietante, solitudine insopportabile, cocente sconfitta, dubbio, paura, angoscia mortale, perché, mio Dio? Perché il dolore, la cattiveria, la meschinità? Perché?
Il calvario: ultima tappa obbligata del percorso di liberazione con il suo carico di tradimenti, abbandoni, menzogne, insulti, percosse, umiliazioni. Un barlume di pietà, in tanto accanimento: il gentile gesto della Veronica, il forzato aiuto del Cireneo, la riconosciuta innocenza da parte del buon ladrone.
Il calvario è qui e oggi, ha il volto del povero angariato dal bisogno, dell’anziano solo e dimenticato, del bambino abusato, della donna schiavizzata, del giovane ammaliato dalla logica assassina della droga e dell’alcol, del potere mafioso che condiziona l’economia, incute paura e paralizza il sociale, degli interessi malsani che seminano morte, delle armi che causano sterminio, delle guerre che infuriano, delle fosse comuni, del fanatismo cieco, degli odi razziali, dei barconi carichi di disperati che approdano sulle nostre rive, ha il volto delle popolazioni dell’Abruzzo sconvolte dalla furia del terremoto.
Perché, mio Dio? Perché tanto dolore?
Il bimbo che non vedrà mai la luce perché soppresso nel seno della madre; l’ammalato terminale che non trova conforto e assistenza a cui un pensiero nichilista rivestito di falsa pietà vorrebbe staccare la spina; il lavoratore licenziato, senza ammortizzatori sociali, vittima del capitalismo selvaggio; la madre angosciata per la devianza del figlio; le tragedie familiari, dove si consumano delitti tremendi; gli abusi sulle donne e sui bambini. Odi, rancori, vendette per motivi di interessi che scompaginano e distruggono rapporti parentali, amicizie fondate.
Perché? Sei morto invano Gesù di Nazaret? Contemplo un cadavere? Adoro la morte? E’ questo Calvario l’emblema dell’esistenza umana?
Un’alba di speranza certa, un grido ancor più forte attraversa i secoli e giunge carico di forza salvifica fino a noi. “È risorto non è qui!” La tomba vuota è speranza ritrovata, è certezza di vita, è gioia e ottimismo. La vita ha vinto: vince sempre, malgrado tutto. La notte non è eterna, la luce risplende, la vita esplode, la pace acquieta il cuore. Adoro la croce gloriosa e la mia fragilità, il mio peccato trova nel tuo dolore innocente, o Gesù, accoglienza, misericordia, perdono.
Davanti a questo immenso mistero d’Amore, davanti all’Amore crocifisso, ogni perché, ogni dubbio o angoscia, si scioglie come neve al sole e spontaneo sgorga nell’intimo l’atto di fede che vogliamo ripetere e gridare al mondo con tutto il cuore, con tutta la forza della nostra volontà, attraverso ogni nostro sguardo, ogni nostro atteggiamento in questa processione: Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo!
Sia il nostro atteggiamento devoto e raccolto, il nostro procedere ordinato e ritmato dalla preghiera, il nostro sguardo proteso sempre nella contemplazione verso la croce gloriosa perché la speranza risplenda nei nostri cuori, e si accenda come luce radiosa in questa nostra città dove nessuno debba sentirsi escluso ma tutti solidali e partecipi membri di una sola grande famiglia.
+ Francesco Micciché
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