Atto vandalico al cimitero di Trapani
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luned́ 01 novembre 2004
L'intervento del vescovo Francesco Miccichè
Dichiarazione di S.E. Mons. Francesco Miccichè, vescovo di Trapani, dopo l’atto vandalico al cimitero di Trapani.



“Davanti ad un crocifisso sfregiato viene spontanea una domanda: verso dove stiamo andando? Cristo continua ancora a dare scandalo: c’è che lo vorrebbe fuori dai tribunali, dalle aule scolastiche, dai luoghi pubblici; c’è chi, nel buio della notte, infierisce sul crocifisso marmoreo – icona del dolore innocente e di tutto il dolore racchiuso nelle tombe del cimitero di Trapani – amputandogli le gambe con una mazza.

E’ lecito chiederci. A chi da fastidio il crocifisso?

Come duemila anno fa c’è ancora chi nella folla grida: “Crocifiggilo” rivolto a Gesù e “sia libero” rivolto a Barabba. Su una verità ci si accanisce nel negarne l’evidenza: all’alba del terzo giorno Cristo è Risorto. Il crocifisso potrà essere tolto da tutti i luoghi pubblici, sfregiato da menti malate o inquinate da ideologie malsane, Cristo resta il Vivente. Da questo male, mi auguro che gli abitanti della nostra città possano partire per una riscossa delle coscienze cristiane che in termini di civiltà-cultura-pensiero vorrà significare interrogarsi su quale china l’uomo si mette quando esclude dal proprio orizzonte Gesù di Nazaret.

Non si può essere cristiani di circostanza, cristiani solo in alcune occasioni, cristiani solo del venerdì santo o della processione dei misteri: si è cristiani nella vita di ogni giorno accettando Cristo e lo scandalo della croce.

Si potrebbe auspicare da questo episodio in se negativo, l’attivarsi di un dibattito culturale ampio e sereno sui valori del cristianesimo, sul messaggio del Vangelo, attuale oggi più che mai. Non mi dispiacerebbe che l’immagine del Cristo che vigila alle porte del cimitero rimanesse nello stato in cui si trova adesso a causa di un folle gesto. Sarebbe un richiamo costante a pensare a tutti i “poveri Cristo” sfregiati che vivono nella nostra Trapani e nel mondo intero. Sono le vittime dell’ingiustizia, del sopruso, del malgoverno, dell’insensibilità e dell’indifferenza che proprio perchè “ultimi” vengono guardati con sospetto, emarginati, ghettizzati, esclusi dal consorzio civile. E’ l’emblema – quel Cristo sfregiato – di una Trapani che fa fatica a camminare nelle vie della legalità e della giustizia, della solidarietà e del bene comune.

Una luce di speranza si accende su questa città ed è la luce di Cristo contro cui l’uomo può contrastare ma che non può soffocare.”


Non si può uccidere due volte
Chi è risorto per sempre!





Cara Trapani,
Rifletti su quanto è accaduto al Crocifisso posto all’ingresso del cimitero.
Prendi coscienza della gravità del gesto.
Non temere!
Respingi questo messaggio blasfemo.
Cristo oggi più che mai
vuol camminare con le tue gambe
per continuare ad annunziare
liberazione e salvezza.
Ricorda!
Cristo è l’uomo dei dolori che conosce il patire.



Non si può uccidere due volte
Chi è risorto per sempre!