Il perdono che rende liberi
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venerd́ 18 dicembre 2015
In carcere a Trapani si è aperto il Giubileo: gli auguri con i detenuti e il personale della Casa Circondariale.

 

E’ iniziato anche in carcere il Giubileo della Misericordia

“Spero che quest’incontro possa scaldare il vostro cuore e faccia germogliare nel cuore di tutti la certezza che cambiare è sempre possibile”

Ricordato l’agente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto ucciso dalla mafia il 23 dicembre di 20 anni fa

Dopo l’apertura delle “Porte Sante” nelle chiese giubilari, questa mattina il vescovo Pietro Maria Fragnelli ha aperto l’Anno Santo della Misericordia con i detenuti e il personale in servizio presso la Casa Circondariale “San Giuliano” di Trapani.

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“Questo è il tempo di lasciarci toccare il cuore – ha detto nella riflessione inziale - Qualunque sia il dramma che avete vissuto o che avete provocato non dovete dubitare dell’Amore di Dio che ci raggiunge in qualsiasi realtà e situazione ci troviamo per offrirci il suo perdono”. Il vescovo si è soffermato anche sull’importanza di imboccare la via del cambiamento: “Il perdono ci fa uscire dal deserto della nostra vita. Per iniziare un vero cambiamento dobbiamo abbandonare i sentimenti di rancore, di vendetta, di violenza. La corruzione impedisce di guardare al futuro perché con la sua prepotenza schiaccia i più poveri. E’ una forma di potenza, sostenuta dal sospetto e dall’intrigo che si nutre già nei gesti quotidiani – ha continuato – se non la si combatte apertamente, a partire da ciascuno di noi, presto o tardi rende complici e distrugge l’esistenza”. Il vescovo ha invitato poi a “non smettere di ascoltare il pianto di tutte le persone innocenti” citando come esempio l’agente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto, ucciso vent’anni fa, il 23 dicembre del 1995 dalla mafia nella frazione di Palma. “Vi auguro che alla scadenza giudiziaria della vostra pena possiate dire a voi stessi: esco non solo perché ho scontato la mia pena, esco perché sono una persona cresciuta nella mia dignità di persona, cha ha incontrato Dio, che è stato perdonato e vuole perdonare”. La Santa Messa presieduta dal vescovo e concelebrata dal cappellano don Cacciatore, è stata animata da una corale di volontari che si alternano settimanalmente per la celebrazione eucaristica del sabato e della domenica. Accanto al vescovo come ministranti, due detenuti. Uno di loro, Giosuè Di Gregorio è l’autore del bellissimo presepe realizzato un sapone e posto davanti all’altare.

pc180061.jpgSemplice e intenso il saluto che ha portato uno dei detenuti, Vito Cunzolo. Un augurio al vescovo esteso al direttore Persico, al comandante della polizia penitenziaria Romano, al personale, agli insegnanti e ai volontari e alle loro famiglie: “chiediamo pace, armonia, serenità e non …guasterebbe un po’ di libertà e che questo Natale ci porti il dono del cambiamento interiore”. Al termine della Santa Messa il direttore della Casa Circondariale Renato Persico, a nome del personale, ha detto di accogliere l’invito al perdono fatto dal vescovo. “Portiamolo oltre: facciamolo diventare impegno attivo per migliorare le condizioni di detenzione. La chiusura di due reparti che sono in ristrutturazione che quindi garantiranno quindi locali più dignitosi e idonei alla detenzione e il calo del numero dei detenuti – ha affermato - sono elementi che vanno in questa direzione. Come il momento di festa vissuto con i figli dei detenuti perché spesso mogli e figli dei detenuti –ha continuato - sono anch’essi vittime incolpevoli”.

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“Spero che quest’incontro possa scaldare il vostro cuore e che faccia germogliare nel cuore di tutti la certezza che cambiare è sempre possibile” – ha continuato i vescovo annunciando che durante l’Anno Santo sarà celebrato anche un appuntamento per il Giubileo dei carcerati. Quindi il canto di “Tu scendi dalle stelle” e lo scambio degli auguri di Buon Natale.