La persona umana cuore della pace
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venerd́ 29 dicembre 2006
Messaggio del vescovo per la Giornata Mondiale 1 Gennaio 2007  
 

Carissimi fratelli e figli della Santa Chiesa di Dio che è in Trapani,

 

siamo grati al Santo Padre Benedetto XVI per il messaggio che ci ha inviato in occasione della giornata mondiale della Pace di questo primo gennaio 2007 che ha come tema:

La persona umana, cuore della pace ”.

La visione antropologica è la Vexata quaestio che anima e affligge il dibattito culturale odierno, le cui implicanze sono di vitale importanza per le sorti dell’umanità.

L’uomo vive oggi sul crinale di un baratro, il cui fondo è rappresentato da un contesto che non ha precedenti nella storia. L’inquinamento sconsiderato della natura, lo sfruttamento scriteriato delle risorse naturali, gli arsenali nucleari e i laboratori di sperimentazione selvaggi sugli embrioni umani, la banalizzazione del valore della vita, la dissoluzione del tessuto sociale a cominciare dalla famiglia, il terrorismo con la sua carica ideologica, distruttiva e fondamentalista, la cultura di morte veicolata dai mezzi  di comunicazione sociale e gestita con diabolica furbizia dai trafficanti di morte, i signori della droga e delle industrie delle armi sempre più sofisticate e distruttive, aprono scenari inquietanti che pongono all’uomo smarrito interrogativi pressanti che reclamano risposte serie e motivate.

Verso quale destino l’umanità si sta avviando? Ci sarà un domani per l’uomo?

Mentre vi invito a meditare quanto Papa Benedetto XVI ci scrive in questo messaggio, mi permetto di sottolinearvi alcuni passaggi che mi sembrano di vitale importanza per la vita delle nostre comunità civili e ecclesiali, delle nostre famiglie, di ciascuno di noi.

Punto di partenza ed anima del messaggio di Papa Benedetto XVI è la parola di Genesi cap.1,27: « Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò ». Perché creato ad immagine e somiglianza di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone ”.

Il mondo, carissimi, non è un teatrino dove nascosti burattinai azionano con invisibili fili i fantocci, non è una commedia imbastita da una mente animata da una fervida fantasia.

Quale rispetto per la persona umana ci può essere, quando manca il lavoro, l’economia è bloccata dal malaffare e dalla politica partitica arruffona e clientelare, quando vige la legge del più forte che detta le regole del pizzo e del racket e l’interesse privato prevale sul bene comune, quando non c’è rispetto per la persona umana ridotta a cosa, carcerata nei casermoni di cemento armato nelle anonime periferie delle nostre città, nei quartieri ghetto, senz’anima, squallidi, insalubri, privi di tutto e ricchi solo di rabbia, di malessere, di miseria, di disagio sociale?

Nega ogni dignità alla persona umana chi usa e abusa del prossimo, chi si fa beffe dei diritti altrui, chi calpesta ogni elementare regola del vivere sociale, chi inquina e deturpa l’ambiente, chi limita il proprio orizzonte all’io, in un’insaziabile bramosia di potere, chi si corazza il cuore per non sentire l’urlo dei poveri, chi agisce senza regole nell’arroganza dell’impunibilità, chi gioca d’azzardo con la propria la vita mettendola a rischio con azioni inconsulte. La presenza dell’organizzazione mafiosa e dei poteri forti, il pensiero inquinato dalla cultura mafiosa sono di ostacolo all’affermazione della dignità della persona umana, cuore della pace, nel nostro territorio.

C’è una “grammatica scritta nel cuore dell’uomo dal divino suo Creatore”: le norme del diritto naturale. Innanzitutto il diritto alla vita che è “dono di cui il soggetto non ha la completa disponibilità”. Il tamtam mediatico sulla vicenda del povero Welby è sintomatica di una volontà che intenderebbe orientarsi in senso contrario all’etica naturale, minando alla base l’impianto voluto da Dio per il bene integrale dell’uomo. Le conseguenze di questa ideologia che presume di essere all’avanguardia sono già state sperimentate nella storia dell’umanità ed hanno il marchio delle morti senza fine dei campi di concentramento, delle guerre, delle catastrofi annunciate, delle ingiustizie e dei soprusi perpetrati sui più deboli, gli indifesi, i piccoli, gli anziani, gli inermi.

Anche la religione viene chiamata in causa e può diventare strumento di morte, ostacola la pace se, in nome di Dio, si nega il diritto ad altri uomini di professare liberamente e apertamente la propria fede. Anche nel nostro territorio purtroppo va scemando il senso religioso della vita, la fede spesso languisce, le scelte quotidiane non sono sempre dettate da motivi di fede e prevale sempre più spesso il relativismo con la sua carica distruttiva delle coscienze.

Invocare la pace e non coltivare la fede in Gesù Principe della Pace è un assurdo controsenso da cui noi cristiani dobbiamo uscire se non vogliamo cadere nel caos e intendiamo veramente creare le condizioni di una pace vera.

L’uomo, creato da Dio, che è Amore, con la sua libertà rettamente gestita, con la sua dignità consapevolmente difesa, con la sua ragione illuminata dalla fede, con la sua vita sostenuta dall’amore, è la risorsa a cui attingere per sostenere, incoraggiare, dare voce, significato, cuore alla pace.

Non c’è pace, fratelli e figli carissimi, senza rispetto per l’uomo, dalla sua nascita alla sua naturale conclusione.

Nell’augurare un 2007 sereno e in pace a tutti voi, imploro da Dio. da Maria Regina della Pace e da S.Alberto da Trapani, per la nostra Santa Chiesa la grazia di una comunione sempre più piena; per le comunità civili un clima costruttivo di dialogo e l’impegno nel segno del bene comune e del sano sviluppo del territorio; per le nostre famiglie il dono dell’unità, della concordia e della pace; per ciascuno di voi l’abbondanza di grazie e benedizioni celesti.

Con paterno affetto tutti vi benedico nel Signore.

 

           Trapani, 29 Dicembre 2006

 
 
                                                                    + Francesco Micciché
Vescovo