Il canonico Mondello, un tenace cultore della memoria
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marted́ 28 ottobre 2008
L'intervento del vescovo al convegno sul sacerdote per 20 anni direttore della Fardelliana

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"Fare memoria di persone che hanno lascito il mondo da molti anni non è un’impresa semplice: il tempo e la fretta del vivere spesso non rendono giustizia della figura e dell’opera di quanti hanno segnato la storia di un paese, di un territorio, di una nazione. Abbiamo però il dovere morale di non dimenticare, di coltivare la storia perché essa è come la radice di un albero che prende linfa dall’humus del passato e che, attraverso la cultura animata dall’amore, rivisitata con intelletto d’amore, può farla fruttificare, renderla viva ancora oggi. L’albero si riconosce dal frutto, un albero sano dà frutti sani. Il frutto bello dell’uomo, del cristiano, del sacerdote Mondello è quello che permane nell’istituzione culturale prestigiosa della Biblioteca Fardelliana, di cui egli è stato un appassionato, fedele, attento, competente e scrupoloso bibliotecario e direttore dal 1880 al 1908. La cultura a Trapani deve molto a questo suo figlio, che al rigore scientifico ha unito la sapienza del sacerdote lavorando perché fosse custodito ciò che un passato glorioso di pensiero permeato dai valori evangelici aveva prodotto e consegnato alle generazioni che si sono succedute in questo splendido territorio trapanese. L’illuminismo si era posto in una prospettiva antistorica diffondendo un preconcetto che purtroppo perdura ancora nel tempo: la religione è oscurantismo, blocca il processo della ricerca e della conoscenza innovativa. In un territorio pesantemente segnato dalla presenza massonica, il canonico Mondello fu un tenace cultore della memoria custodendo, catalogando, studiando appassionatamente quanto le menti più illuminate di questa città avevano prodotto. Dove la cultura vera si afferma, lì trova spazio la vita vera e l’umanità viene liberata, sanata. La cultura è vita che pulsa, incalza con i suoi drammi, le sue problematiche, i suoi slanci, le sue attese e speranze. L’iniziativa che ci vede riuniti nel ricordo grato di questo illustre cittadino trapanese è occasione del centenario della sua morte avvenuta il 12 Luglio del 1908. È provvidenziale per la nostra santa Chiesa che è in Trapani impegnata quest’anno a riflettere sul tema della cultura. Il piano pastorale: “L’albero si riconosce dal frutto. La carità della e nella cultura” è una scommessa che intendiamo affrontare con la consapevolezza come Chiesa che solo nella ricerca della Verità l’uomo ritrova se stesso, si realizza pienamente e compiutamente e può affrontare le sfide di una società che solo nella ricerca appassionata della verità può fugare le paure che l’attanagliano e la schiavizzano. Non si tratta di dare una rispolverata a un passato che non è più, né di farlo rivivere quasi fosse un moloch intoccabile. Funzione della storia è quella che con saggezza i latini definivano: Magistra vitae. Senza memoria storica non c’è presente significativo e non c’è prospettiva di futuro carico di speranza. Volutamente spesso si tenta di oscurare il passato, di cancellare la memoria di uomini ed eventi, di spazzare via il vecchio nella tragica illusione di poter costruire quell’eden che invece si traduce in delusione, amarezza, sconfitta dell’uomo e del suo operare. Senza una conoscenza della storia rigorosa e libera da pregiudizi ideologici, si perde la bussola del presente, si creano gabbie e visioni asfittiche dell’uomo e della società, si perde di vista il Bene e i valori che hanno reso possibile l’avanzamento del sapere in ogni campo. Cristo, il Verbo del Padre, si è calato nella storia, ha assunto tutto dell’uomo, escluso il peccato, ha parlato il linguaggio del suo tempo, si è fatto interprete dei bisogni, delle istanze dell’uomo, si è caricato del peso dell’umanità afflitta dai problemi più scabrosi, non si è tirato indietro di fronte alle sfide lanciate dai sapienti del suo tempo. Quid est veritas? Quell’interrogativo attraversa la storia bimillenaria della nostra civiltà occidentale, che è debitrice al cristianesimo delle sue conquiste di libertà, di solidarietà, di giustizia, di civiltà. Il Canonico Fortunato Mondello, nel mosaico della storia di questa nostra città, è una tessera importante per capire e comprendere le luci e le ombre che l’attraversano. La sua vita e le sue opere ci offrono una chiave di lettura anche per quest’oggi così caotico, così pieno di paure, di tensioni e di attese. Un oggi che bussa alle porte del nostro cuore e chiede accoglienza, capacità di integrazione, nuovi modelli di vita più sobria, rispetto della natura, impegno responsabile e senso del bene comune, un senso maggiore della giustizia, riconoscimento della sacralità e intangibilità della vita umana dal suo compimento alla sua fine naturale. L’uomo, questo sconosciuto che va rivisitato alla luce di una storia antica che passa attraverso le biblioteche, gli archivi storici, i monumenti, le piazze, le opere d’arte, ci sta a cuore ed è per questo che saluto con piacere quest’iniziativa lodevole non solo per aver tratto dal dimenticatoio un uomo di cultura, lottatore instancabile, sacerdote integerrimo, cristiano tutto d’un pezzo, ma anche e soprattutto per il segnale bello che attraverso questo evento intendete dare alla società trapanese: Senza attingere alla storia del passato non ci può essere futuro nè radici nell’ albero della nostra società trapanese: un albero che vorremmo fosse sempre generatore di vita e non di morte. Ed è di morte la cultura dell’avere, della prepotenza mafiosa, delle lobby di potere che intendono gestire l’economia, la politica mettendo a tacere le coscienze libere. Come pastore di questa santa Chiesa che è in Trapani sono seriamente preoccupato del nulla del pensiero, della mancanza di spessore nel dibattito culturale, dell’arroganza vuota di contenuti di alcuni mezzi di comunicazione sociale. La memoria del Canonico Mondello è una luce che si accende. Nella luce intendo, intendiamo scommetterci perché solo nella verità non disgiunta dalla carità ci potrà essere giustizia vera, legalità, benessere per tutti."