Contemplare il Crocifisso ci spinga verso i sentieri del bene
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sabato 07 marzo 2009
L'intervento del vescovo alla cerimonia d'inaugurazione di "Fulget Crucis Mysterium"

Eccellenze Rev.me, Signor Presidente del Senato della Repubblica, Onorevole Presidente della Regione Siciliana, gentili Autorità civili e militari.

 

La storia civile e religiosa di Trapani e del suo territorio, vanta un ricco e prezioso patrimonio d’arte in cui rifulge la bellezza, la magnificenza e la grandiosità, frutto del genio artistico, elementi qualificanti che danno uno spessore culturale di notevole rilievo alla nostra Provincia, dotata dal Creatore di straordinarie e struggenti bellezze naturali. Trapani, per la sua storia e per la sua posizione geografica, rappresenta l’avamposto più avanzato verso l’Africa, punto strategico e vitale nell’area del libero scambio tra i paesi che si affacciano sul Mare nostrum. L’evento che ci accingiamo a vivere aggiunge alle già note caratteristiche di Trapani – città del mare, del sale e del corallo - anche quella prestigiosa di città dell’arte: una città che vuole cercare nella cultura la sua anima e la sua identità più autentica sfuggendo all'apatia e agli stereotipi dei luoghi comuni. Una città che vuole vivere. La presenza del Crocifisso attribuito a Michelangelo giovane che, dopo la prestigiosa esposizione alla Camera dei Deputati continua il suo itinerario espositivo per l’Italia a partire da Trapani, è un privilegio che come Chiesa Trapanese ci onora, ci responsabilizza e conferma Trapani come città accogliente e capace di gestire eventi culturali di rilievo nazionale e internazionale. Sulla cultura intesa come vita si costruisce la civiltà di un popolo, si gioca la scommessa del progresso, civile ed ordinato, di un territorio che intende uscire dalla marginalità in cui è stato ricacciato e vuole diventare protagonista di storia bella, originale e significativa, dove il pensiero libero e creativo possa affermarsi e favorire le condizioni di benessere socio-economico da tutti noi auspicato.

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Era il 1998 quando, da vescovo delegato dalla C.E.Si. per i giovani, con le equipe diocesane di pastorale giovanile della Sicilia organizzammo un grande convegno dei giovani di Sicilia a cui decidemmo di dare un titolo provocatorio: “E se non fosse un sogno”, convinti che la vita non è vita se non è sostenuta, orientata e plasmata dai sogni. Da undici anni, come Chiesa Trapanese, abbiamo coltivato un sogno. Con la grazia di Dio abbiamo potuto realizzare un percorso culturale che ha come punti di forza il Seminario, polo culturale di eccellenza con la sua mostra permanente d’arte contemporanea, la Di.ART, in cui figurano opere di artisti internazionali, con la Biblioteca diocesana “Giovanni Biagio Amico”, ricca di un prezioso fondo antico, di un’accogliente sala lettura e del comparto del “Piccolo principe” per i fanciulli. Quindi l’Archivio diocesano, prezioso scrigno della nostra storia, che ha trovato degna collocazione nei locali della Curia, in via di inventarizzazione e in parte già consultabile dagli studiosi. Il percorso di musealizzazione dei beni artistici della Diocesi, già felicemente avviato nel duomo di Erice grazie al progetto Erice, la Montagna del Signore trova oggi con l’esposizione del Crocifisso attribuito a Michelangelo nella sede del Museo diocesano un primo approdo, da cui ripartire per dotare anche altri luoghi meravigliosi d’arte cristiana, come Alcamo, Castellammare e Calatafimi, di poli espositivi che siano punti di riferimento per quell’ideale museo diffuso in cui ammirare tutti i beni artistici e culturali della nostra Diocesi.

Credo nella Provvidenza e colgo in questa felice occasione offertaci dall’Esecutivo nazionale e supportato dalla Regione Sicilia, una conferma al lavoro pastorale che in quest’anno ci siamo impegnati a vivere come Chiesa Trapanese. Il Piano pastorale verte infatti sulla cultura intesa come forma alta di carità: la carità nella-della cultura. Ci auguriamo che tanti vorranno usufruire di questo evento per elevare ed arricchire il loro spirito, gustando la bellezza del capolavoro michelangiolesco a cui fanno corona ben 20 crocifissi, venerati in questa Provincia, di grande valore artistico, compresi tra il XIV e il XVIII secolo, e con l’interessante appendice della mostra “Across the cross” che apre la riflessione sul tema universale della croce ad importanti artisti dell’arte contemporanea. Credo fermamente nel riscatto di questo territorio che ha enormi potenzialità per decollare e dare possibilità di realizzarsi ai giovani che ne rappresentano il futuro. La cultura è l’indispensabile volano dello sviluppo. Solo investendo sulla cultura riusciremo a venir fuori dalle secche di un presente incerto, per certi versi drammatico per l’economia, per la stabilità e la pace sociale, per il benessere globale della società. Il 'nulla' del pensiero genera scollamento sociale, servilismo, logiche perverse di devianza, abbrutimento dei sentimenti, atteggiamenti autodistruttivi, trasgressività: tutti fattori che incidono negativamente nel tessuto sociale e feriscono pesantemente la natura e la degradano. Alimentare il pensiero è dare ossigeno al vivere personale e sociale, è caricare di speranza la storia, è ridisegnare il quadro di una società definita in ambito sociologico “liquida” poiché sottoposta ad una repentina e caotica trasformazione: dove tutto è considerato relativo e non c’è nulla che sia ritenuto solido, valido e definitivo.

L’arte è uno strumento di crescita culturale formidabile perché si affermi un pensiero positivo, un pensiero che fughi le paure e scacci il pessimismo di chi teorizza che è impossibile cambiare rotta. Siamo consapevoli che la nostra civiltà non sarebbe la stessa senza il determinante contributo del Cristianesimo: la più grande rivoluzione mai avvenuta nella Storia. Il contributo dei cattolici come pensiero, cultura ed esperienza politica e sociale, è stato un fattore imprescindibile per lo sviluppo delle istituzioni e dell’intera società italiana impregnata di valori cristiani, in special modo quelli della socialità e della solidarietà, anche nell’impostazione etica del suo impianto costituzionale basato sulla dignità inalienabile della persona umana, sul rispetto della vita, sulla libertà, sulla solidarietà sociale, sulla possibilità del riscatto e della redenzione anche per chi ha sbagliato. Il Crocifisso è il simbolo di questa identità che ha nei secoli caratterizzato la nostra storia e l’ha connotata come storia salvifica dove rifulgono figure eccezionali per impegno e santità di vita, per il contributo di pensiero e di azione che hanno saputo testimoniare. Indubbiamente senza il mistero della croce di Cristo la maggior parte del patrimonio artistico della nostra Italia non esisterebbe. Il Crocifisso esprime per il credente un amore sconvolgente: l’amore infinito di un Dio che non ha disdegnato di farsi uomo perché l’uomo divenisse Dio, “un Dio che entra personalmente nella storia facendosi uomo e che soffre in essa” (Benedetto XVI, Spe Salvi, 36). Non è forse questo un paradosso? Lo è: è il paradosso dell’amore di Dio per l’uomo. “La morte che per il primo Adamo era segno estremo di solitudine e di impotenza, si è trasformata nel supremo atto d'amore e di libertà” (cf. Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima, 2007). La croce, non più condanna, trova riscatto nel Cristo crocifisso; essa diventa sapienza per chi crede, manifesta l'Amore in tutta la sua forza redentrice, trasforma ogni fragilità e povertà umana in ricchezza e risorsa. La croce è croce gloriosa perché Gesù crocifisso all’alba del terzo giorno risorge. Quell'annuncio di resurrezione che risuona nella storia, è la nostra certezza. “Coraggio, io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33), ci ripete Gesù. Lo crediamo: oltre la sofferenza e la morte, c’è la vita. Nella struggente bellezza del crocifisso di Michelangelo e degli altri crocifissi che arricchiscono questa mostra c’è un messaggio di speranza certa che vorremmo raggiungesse ogni uomo di buona volontà di questa nostra città e della Sicilia intera: possiamo e dobbiamo credere nella possibilità di superare gli ostacoli di sofferenza causati dalla mafia e dal malaffare, dalla difficile congiuntura economica, dalla crisi di valori, dal comune smarrimento causato da un incontro/scontro di razze, di religioni, di popoli, inedito per le proporzioni e la velocità con cui si sta verificando. Come ci ricorda il Santo Padre Benedetto XVI “contemplare il Crocifisso ci spinga a combattere ogni forma di disprezzo della vita e di sfruttamento della persona, ad alleviare i drammi della solitudine e dell'abbandono”, a costruire percorsi di bene e di giustizia.

A tutti voi va il mio grazie sentito e sincero e quello della Chiesa di Trapani per averci onorato, stasera, con la vostra presenza. Mi auguro che possiamo guardare avanti con più ottimismo e fondata speranza: quella speranza che ci dà il coraggio di metterci dalla parte del bene anche là dove la cosa sembra senza speranza (Benedetto XVI, Spe Salvi, 36). Contemplando la straordinaria opera del giovane Michelangelo possiamo dare un battito d'ali alla nostra vita, scommetterci ancora - ognuno per la nostra parte e nel nostro ruolo - perché la vita sia bella per tutti, nessuno escluso.