Martedì 2 febbraio si conclude l'Anno per la Vita Consacrata e si celebra il Giubileo col vescovo Pietro Maria
Il 2 febbraio festa della presentazione di Gesù al tempio, la "Candelora", si celebra il Giubileo della Vita Consacrata
I religiosi e le religiosi al servizio della Diocesi si riuniscono per la conclusione dell’Anno per la Vita Consacrata
Compito della vita consacrata è “svegliare il mondo” ed essere lievito di una società più giusta e fraterna
In contemporanea con la celebrazione in San Pietro, nell’Anno Giubilare della Misericordia ed a conclusione dell’ anno dedicato da Papa Francesco alla vita consacrata, i Religiosi e le Religiose della diocesi si ritroveranno domani per celebrare il Giubileo. Appuntamento alle ore 18.00 nella Chiesa dell’Addolorata in corso Vittorio Emanuele a Trapani per il breve pellegrinaggio verso la “Porta Santa” della Cattedrale. Alle ore 18.30 si terrà la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli.
“La nostra Chiesa è grata per la preziosa opera svolta da tanti consacrati, uomini e donne che hanno nutrito di spiritualità il nostro popolo, abbellito la nostra chiesa di testimonianze di santità (pensiamo a Sant’Alberto degli Abbati, al beato Arcangelo, al Beato Luigi Rabatà, a Fra Santo) di opere, istituzioni, iniziative che ancora oggi rappresentano un tessuto prezioso d’incarnazione evangelica – dice il vescovo Pietro Maria Fragnelli - La vita consacrata ha rappresentato e rappresenta una profezia silenziosa ma potente. Come non pensare al grande polmone di rigenerazione spirituale che sostiene la nostra Chiesa rappresentato dai monasteri di clausura di Alcamo? Come non riscoprire l’impegno ordinario nel mondo di uomini e donne consacrati, che senza indossare alcun abito particolare offrono la loro vita per la santificazione del mondo? Sappiamo bene anche le difficoltà che incontra oggi la vita consacrata – continua - il calo delle vocazioni, con la conseguente chiusura di comunità e istituzioni. Ciò potrebbe far apparire la nostra Chiesa più povera, orfana dei grandi “carismi” degli ordini spirituali di cui conserva l’eredità. Tuttavia essa è aperta anche a nuove forme di sequela radicale di Cristo, di cui proprio la vita consacrata è segno e strumento. Il Papa ne ha indicato l’orizzonte: accanto alla sfida della beatitudine dei poveri, ha invitato i consacrati e le consacrate a visitare le frontiere del pensiero e della cultura. Compito della vita consacrata – conclude mons. Fragnelli - è ‘svegliare il mondo’ con la limpidezza della testimonianza profetica, con la presenza nelle periferie esistenziali della povertà e del pensiero, dove manifestare la tenerezza e maternità della Chiesa. Dal Santuario della Madonna parte oggi la gratitudine verso tutte le suore e i religiosi, che si sono presi cura tra noi di bambini e malati, di famiglie e immigrati, di sacerdoti diocesani e di missioni. Con i consacrati la comunità tutta risponda alla chiamata a essere segno di Dio nei diversi ambienti di vita, lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, profezia di condivisione con i piccoli e i poveri”.
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