Le parole e l'invito del vescovo Francesco Miccichè. Le testimonianze dei pellegrini a Roma
La messa esequiale di Giovanni Paolo II è stata un evento dello Spirito che ha coinvolto milioni di persone a Roma e in ogni parte del mondo interessate alla dimensione dello Spirito. La carica emotiva di questo evento è risultata composta, controllata, non piazzaiola ma piena di dignità. Un evento che si è tradotto in grazia, in dono di amore per i cristiani cattolici e per il mondo intero. Un evento che ci ha costretti tutti ad entrare in noi stessi, ad interrogarci sui valori fondamentali della nostra vita. Questo papa defunto è il papa che si è consegnato alla storia ma non è il Papa che scompare dalla storia. La sua vita, la sua opera, il suo ministero ci appartengono, fanno parte della nostra vita, della vita della chiesa che guarda con fiducia al prossimo pastore della chiesa universale che il Signore vorrà darci. Sarà il mondo migliore a partire da questo evento? La speranza per il cristiano è certezza. Giovanni Paolo II vive in Dio e con Dio, è tralcio ormai definitivamente unito al tronco. E’ vivo perchè la vita di Dio è in lui nella pienezza della vita eterna. Questa verità permea la nostra vita, la rende carica di ottimismo, la fa essere significativa. Il mondo sarà senz’altro migliore.
Questa papa che ci guarda – come ha detto nell’omelia di oggi il cardinale Joseph Ratzinger – dalla finestra dell’eternità, sento che dice con forza alla nostra chiesa trapanese: non abbiate paura. Non abbiate paura di scommettere voi stessi, non abbiate paura di giocarvi la vita, non abbiate paura di entrare nell’agone del mondo, non abbiate paura di rischiare, non abbiate paura di affrontare le sfide del mondo di oggi, non abbiate paura di scendere nelle strade e di incontrare l’uomo, non abbiate paura di stare con gli ultimi, non abbiate paura di perseguire la via difficile del Vangelo, non abbiate paura di puntare all’ideale alto della Santità, non abbiate paura di impegnarvi nel quotidiano sapendo di non essere soli in questa vostra impresa perchè Cristo, nostra vita, è con noi e non ci lascerà soli. Una chiesa forte di questa consegna è la chiesa che cammina decisa verso l’ideale della comunione che sconfigge la Babele, verso la gioia che fuga la tristezza, verso la speranza e l’ottimismo che abbattono lo scoraggiamento e l’apatia.
Da questo momento non ci è lecita la mediocrità. Non possiamo tirarci indietro dalle nostre responsabilità: ognuno e tutti insieme, come comunità civile e come chiesa. C’è un punto di non ritorno, quasi momento magico della storia che si è verificato con questa morte. Noi ci siamo dentro, abbiamo visto con i nostri occhi, abbiamo toccato con le nostre mani, abbiamo fatto esperienza della verità che è a fondamento della nostra fede: Cristo, il risorto, il Vivente, presenza di amore nel mondo ha interrogato questo mondo che non può non prendere posizione. O con Cristo o contro Cristo. Cristo come non mai, ci appare al centro della storia, Lui, centro della storia, ancora una volta può affermare: “Chi non è con me è contro di me, e chi non semina con me disperde”.
Ecco alcune testimonianze di pellegri Don Nino Gerbino, 37 anni, sacerdote da un anno. E’ parroco, insieme ad altri 4 sacerdoti delle parrocchie della Prima Unità Pastorale, nelle frazioni del trapanese. E’ ritornato da qualche ora da Roma dopo un lungo viaggio con altri 100 pellegrini della sua comunità e della parrocchia “Gesù Cristo Redentore” con il parroco don Benedetto Cottone.
"Ho potuto inginocchiarmi e pregare per un quarto d’ora davanti la salma del Papa. Ho pregato per la mia comunità e per i giovani.Siamo partiti mercoledì e siamo rientrati oggi (ieri per chi legge) alle 13, senza mai dormire ma lo rifaremmo.Il papa era instancabile e ci ha trasmesso la voglia di spenderci. La maggior parte di noi eravamo giovani.Toccanti le 4 ore che abbiamo trascorso in fila accompagnati dalla preghiera e dai testi delle encicliche scanditi nella piazza. C’era un clima di raccoglimento nonostante la folla e il caldo. E’ stato un evento di grazia attorno al mistero della chiesa,attorno al mistero di quest’uomo che si è abbandonato completamente in Dio e che ha saputo raccogliere non attorno a se ma attorno a Cristo. Abbiamo fatto un’esperienza di chiesa"
Claudia Messina, 22 anni di Trapani è partita in treno con Silvia, 22 anni; Sara, 19 anni; Lorena 24 anni. In questo momento è ancora a Roma. Torna domattina.
"Stamattina eravamo a San Giovanni al Laterano. C’erano moltissimi stranieri: erano tutti commossi fino alle lacrime.E’ stato tornare alla GMG, lo stesso clima ma non c’era la stessa gioia perchè mancava lui, anche se la sua presenza era lo stesso palpabile.Siamo state in fila diverse ore raggiungendo di corsa piazza San Pietro dopo la notte in treno ed un giro lunghissimo: ma ci dovevamo essere. Ci guardavamo in faccia e non ci credevamo. Anche oggi ripensavamo al suo volto durante il funerale, cercavamo quel volto nella nostra memoria. Un volto sereno che abbiamo visto per un secondo e che non dimenticheremo mai.Non ho più parole. E’ stato un sogno che si è realizzato" |