Il vescovo tra i carcerati |
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mercoled́ 16 marzo 2005 |
Presenti i sacerdoti della città ed alcuni volontari
Stamattina 16 Marzo, nell’ambito della Visita Pastorale, il vescovo Francesco Miccichè ha incontrato i detenuti ed il personale della Casa Circondariale “San Giuliano” di Trapani. Ad accoglierlo, nel salone del carcere, un dipinto della Madonna di Custonaci realizzato da un detenuto, Giuseppe Bordonaro. L’incontro ha avuto inizio con un momento di preghiera e la lettura di una brano di una lettera del papa ai carcerati. Quindi hanno salutato il vescovo il comandante della polizia penitenziaria Giuseppe La Torre e la dott.ssa Luisa Marchica che si è soffermata sulle attività educative e di formazione che si svolgono attualmente presso la casa circondariale. Quindi ha preso la parola il cappellano del carcere mons. Gaspare Gruppuso che ha raccontato la sua esperienza al fianco dei carcerati, le storie di umanità . “Bisogna cambiare la mentalità del giudizio nei confronti di chi vive in detenzione – ha detto – A volte i ritardi e le lungaggini burocratiche rendono più pesante la detenzione e si perde la voglia di lottare e di migliorarsi”. Mons. Gruppuso ha parlato delle numerose attività portate avanti dai volontari dell’AVULSS, dalle suore della Comunità delle beatitudini, dalla vicina parrocchia di Cristo Re per l’accoglienza delle famiglie ma anche dello stato d’indigenza di molti carcerati: “solo di biancheria intima – ha detto mons. Gruppuso – quest’anno abbiamo speso 6.500 euro”. Il cappellano ha anche ricordato che per motivi di sicurezza non tutti i detenuti possono partecipare alla messa domenicale data la mancanza di un luogo adatto al culto. A rivolgere un saluto al vescovo anche alcuni detenuti. Hyrett del Ghana, da 2 anni in carcere ha parlato della sua sofferenza e della serenità ritrovata grazie alla fede: “quando ti vediamo – ha detto riferendosi al vescovo – ci sentiamo bene”. Claudio Santangelo ha definito i carcerati “ parte integrante di una società malata” ed ha parlato del suo incontro con Cristo che ha donato alla sua vita “l’unica libertà che nessun giudice potrà mai togliermi”. Ugo Lucchese invece ha ringraziato il vescovo e rivolto un pensiero al Papa. Alla fine, a nome di tutti i detenuti, Sergio Patricò di Messina ha donato al vescovo un carro realizzato in cella con fiammiferi e stecchini: “grazie – ha detto a mons. Miccichè – per averci donato una giornata diversa”.
Il vescovo prendendo la parola ha invitato tutti a condividere la speranza di una società dove non ci sia più bisogno di case di reclusione. “Con tutti i parroci presenti (una decina) vogliamo dirvi: faremo tutto quello che è possibile per aiutare il vostro reinserimento nella società. Se si diffondesse la cultura dell’amore, del perdono, del servizio agli altri, della solidarietà non ci sarebbero esclusi nel mondo ma tutti saremmo quello che siamo, figli di Dio, la cui dignità è riconosciuta da tutti. Il mondo può giudicarvi – ha detto il vescovo – ma per noi valgono la categorie del Vangelo: per noi siete nostri fratelli”. Mons. Miccichè ha concluso il suo discorso con gli auguri per la Pasqua ormai vicina, per i detenuti e le loro famiglie: “Pasqua è sinonimo di rinascita – ha esclamato – vi auguro di essere uomini e donne risorti”. L’incontro si è concluso con una foto di gruppo ed una stretta di mano a ciascuno dei presenti. |