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Superati i 41mila visitatori. Un concerto d'organo conclude "Fulget Crucis Mysterium" PDF Stampa E-mail
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gioved́ 16 aprile 2009
Sabato 18 aprile ore 21.00 Cattedrale San Lorenzo

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Sono stati oltre 41mila i visitatori del percorso espositivo “Fulget Crucis Mysterium” che dal 6 marzo al 13 aprile ha messo in mostra nelle chiese del centro storico di Trapani tesori d’arte e di devozione popolare attorno all’iconografia della Croce.

Oltre 34mila i visitatori nei primi 15 giorni durante l’esposizione del Crocifisso ligneo attribuito a Michelangelo Buonarroti; altri 7mila hanno continuato a visitare i luoghi dell’esposizione fino alla sera di pasquetta con una media di oltre 300 visitatori al giorno.

“Un evento di grazia – ha commentato alla chiusura il vescovo Francesco Micciché – reso quasi provvidenziale nell’anno in cui la chiesa trapanese approfondisce con il suo piano pastorale il tema della carità come anima di ogni autentica espressione culturale Il punto di forza di questo evento è stato aprire allo sconfinato orizzonte della resurrezione come chiave di lettura di tutto il percorso. Una certezza ci resta dentro: l’arte è veicolo indispensabile per l’evangelizzazione”

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“Con Fulget crucis mysterium abbiamo percepito quanto sia vera la frase di Gesù ‘Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me’. La croce ha come un potere radunante, terapeutico, emozionante: tutto quello che l’uomo sempre cerca, a qualunque ceto o fede religiosa appartenga. Dal punto di vista culturale il percorso espositivo ci ha fatto fare un percorso diacronico della produzione artistica cattolica.– spiega il vicario generale mons. Liborio Palmeri - L’integrazione tematica dei percorsi ha prodotto per così dire un senso di sazietà, di pienezza come un godimento olistico del fatto estetico cioè a dire trovavano nutrimento l’intelletto, il gusto, l’interrogazione e la domanda contemporanea sul senso della vita. L’aspetto emozionale nella devozione popolare, l’aspetto contemplativo-estetico nella mostra a Sant’Agostino; l’aspetto razionale e attualizzante di “across the cross” insieme ad altri eventi che coinvolgevano la vista e l’udito hanno creato come un appagamento culturale raro nelle proposte presenti nel nostro territorio. Credo che l’auspicio di avere pellegrini e non solo visitatori si sia realizzato. E’ stato emozionante vedere tanta gente quasi ignorare la bellezza sconvolgente del crocifisso attribuito a Michelangelo per concentrarsi prima su un segno di croce o una pausa di preghiera”.

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“La leva del successo è da individuare certamente nella capacità del Vescovo di intuire un evento ben al di là di ciò che poteva essere la semplice accoglienza della piccola opera michelangiolesca – spiega don Piero Messana, direttore dell’ufficio diocesano per I beni culturali - La macchina organizzativa diocesana poi è stata capace di pensare, progettare e curare un evento di grande respiro artistico e di grande coinvolgimento sociale ed ecclesiale. Da quest’evento abbiamo imparato che l’arte è una via privilegiata della ‘nuova evangelizzazione’ e che la chiesa locale ha le capacità e le risorse umane per proporsi per ospitare un evento pur importante qual è stato l’arrivo in città del Crocifisso di Michelangelo ma soprattutto di trasformarlo in una grande proposta pastorale. Nello stesso tempo l’idea del percorso, nel suo spessore squisitamente ecclesiale, ha mostrato come le opere d’arte sacra splendono della loro vera luce, quando sono collocate nel loro contesto, quello ecclesiale appunto. E questa è vera cultura, perché fa cultura”.

Turisti tra cui molti stranieri, persone di diversa estrazione culturale, agnostici e persino musulmani, studenti universitari e bambini e giovani delle scuole di ogni ordine e grado ma anche ragazzi attratti dalla struggente esposizione dei crocifissi artistici come dalle originali interpretazioni degli artisti contemporanei, i visitatori di “Fulget Crucis Mysterium” rispondono ad un target molto vario. La maggior parte dei visitatori ha accolto l’invito della Diocesi di prendere parte ad un percorso a tema ricco di diverse espressioni artistiche culturali. I siti visitati: in primis le due mostre “mysterium crucis nell’arte trapanese dal XIV al XVIII secolo” e quella di arte contemporanea “Across the Cross” ma anche le chiese più importanti della città come la Cattedrale “San Lorenzo” e la Chiesa del Collegio dei Gesuiti; i luoghi della devozione popolare riscoperti anche nel loro valore storico e artistico come la Chiesa del Purgatorio sede dei 20 gruppi dei “misteri” e la Chiesa di San Domenico con il “crocifisso miracoloso” del trecento; gli eventi collaterali di musica, cinema, lectio e approfondimenti storici ed artistici in altre bellissime chiese del centro cittadino come la Chiesa di San Pietro e quella di Santa Maria del Gesù; il cantiere aperto di restauro di crocifissi messo a disposizione del pubblico dalla soprintendenza ai beni culturali di Trapani.

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Molto apprezzati dal pubblico anche i cataloghi pubblicati in occasione del percorso espositivo: “Mysterium crucis nell’arte trapanese dal XIV al XVIII secolo” (a cura di Maurizio Vitella, Il Pozzo di Giacobbe Editore) ed “Across the cross” ( a cura di Liborio Palmeri, Liberartis, Il Pozzo di Giacobbe Editore). “Abbiamo riscontrato per quest’iniziativa il favorevole coinvolgimento delle istituzioni territoriali oltre che il positivo convergere delle più rappresentative realtà culturali operanti nella nostra regione – afferma don Antonino Treppiedi presidente del comitato organizzatore - In particolare tra le istituzioni più sensibili la presidenza della regione, la presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, l’assessorato regionale ai beni culturali. Un ringraziamento sentito va a tutte le forze dell’ordine e in particolare al questore Giuseppe Gualtieri per avere assicurato un sereno e discreto servizio di sorveglianza e sicurezza; inoltre si è rivelato strategico il coinvolgimento delle Università degli Studi di Palermo e di Catania e di quella di Roma Tre che hanno organizzato specifici approfondimenti culturali in riferimento al percorso museale proposto. Un grazie per il supporto logistico garantito va ovviamente al Ministero dei Beni e Attività Culturali e in particolare al Polo Museale Fiorentino”. In questi giorni, uno ad uno, i crocifissi esposti nella Chiesa di Sant’Agostino stanno lasciando la sede espositiva per rientrare nelle comunità di appartenenza. Il comitato scientifico del museo diocesano presieduto dal direttore Anna Maria Precopi Lombardo è già al lavoro per definire i prossimi appuntamenti che avranno come sede la chiesa di Sant’Agostino.

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“Tra le tante sfide da accogliere quella dell’arte e della cultura è ‘la’ sfida più importante e più decisiva per il futuro della chiesa. Una fede celebrata non può mai diventare una fede vissuta e testimoniata se non è una fede pensata – ha concluso il vescovo Francesco Miccichè - Davanti alla bellezza cresce la voglia di bene e dalla vita sprigiona quanto di meglio si possa pensare e volere per l’uomo. E’ un punto di non ritorno: una sfida da cui non possiamo esimerci e che impegnerà certamente negli anni a venire la nostra chiesa in un dialogo aperto e franco con la cultura contemporanea e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.

 
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