Il nostro vescovo ricorda Irene Bertoni, “mamma per vocazione” e co-fondatrice insieme a don Zeno della comunità di Nomadelfia “dove la fraternità è legge” : nella sua vita ha allevato 58 bambini e ha introdotto una nuova figura nel mondo cattolico: quella della donna vergine non consacrata che rinuncia al matrimonio per dedicarsi agli ultimi. Il nostro vescovo ha partecipato al festoso funerale che si è tenuto mercoledì 18 maggio a Nomadelfia. Presenti il cardinale Ennio Antonelli, il vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni.e il nostro vescovo insieme a centinaia di persone, presbiteri e diaconi.
Tanti i messaggi di cordoglio giunti ai Nomadelfia La più importante, quella di papa Francesco, “Ha portato il sole della gioia nel cuore di tanti bambini” ha scritto il Santo Padre, pregando che “il Signore accolga nella vita eterna una così convincente testimone della vita buona del Vangelo”.Per altre info è possibile consultare il sito della Diocesi di Grosseto che ringraziamo per la foto.
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Ho frequentato Nomadelfia in provincia di Grosseto agli inizi degli Anni Novanta. Ho creato occasioni di incontro con i seminaristi del Seminario Romano maggiore per presentare la straordinaria figura del Fondatore, don Zeno Saltini, uno studente di giurisprudenza che aveva deciso -agli inizi del Novecento- di cambiare civiltà studiando non più le leggi dei ricchi e per i ricchi, ma formando un popolo la cui unica legge doveva essere la fraternità (nomos è legge, adelfìa è fraternità). Durante la guerra e nel dopoguerra accolse molti bambini orfani e volle cancellare la parola orfano dal loro vocabolario. Chiese al Signore delle mamme disposte a fare questa scelta per sempre. Nel 1941 arrivò la prima mamma di vocazione, Irene Bertoni.
É stata per me una grande emozione partecipare mercoledì scorso alla liturgia funebre per lei. 93 anni spesi integralmente al servizio di 58 figli che il Signore le ha donato attraverso Nomadelfia. Difficile dire a parole i sentimenti che ho provato: gioia, fede, speranza! Alla fine della messa ho assistito a due bellissime danze, quella dei bambini e quella dei giovani. Don Zeno voleva che le esequie dovevano essere piene di luce e di gioia, perché impregnate di Gesù risorto. Quando ho visto scendere nella terra la bara di Irene, nel giardino in cui sono sepolti don Zeno e tanti suoi figli, insieme a Pino Arpioni dell'opera Giorgio La Pira, ho cantato anch'io allo Spirito Santo: anche nel nostro tempo di macro-egoismi ci manda uomini e donne dal cuore senza confini! Veri profeti della fecondità del Vangelo! Così è stata mamma Irene, piccola donna fattasi questuante presso Presidenti e Papi, istituzioni e comunità x dare affetto, pane e lavoro a tanti figli. Grazie, Signore! Davvero la mamma di vocazione - come recita un canto scritto da don Zeno - non muore mai e continua a generare vita x la società e per il cielo. Grazie, mamma Irene, per i tuoi sorrisi, il tuo dinamismo travolgente, la tua fiducia disarmante nella Provvidenza del Padre, nella tenerezza di Gesù, nella fortezza dello Spirito Santo! Riposa in pace nella misericordia di Dio e prega con don Zeno per il popolo di Nomadelfia e per tutti gli "orfani" che hanno il diritto ad una autentica famiglia! Grazie per la testimonianza data a tante persone in cammino, tra cui molte da me accompagnate nella tua 'casa' sempre aperta.
+ Pietro Maria Fragnelli
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