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In ricordo di mons. Vincenzo Regina PDF Stampa E-mail
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luned́ 14 settembre 2009

Pubblichiamo l'articolo di Luigi Culmone uscito sull'ultimo numero del periodico "Il Segestano"

 In ricordo di mons. Vincenzo Regina, l’”Arciprete” degli alcamesi “Sarò sacerdote in eterno” Con la morte a quasi 100 anni di mons. Vincenzo Regina , "l'Arciprete" per antonomasia degli alcamesi, si chiude definitivamente il lungo XX secolo alcamese: Ma con Monsignore, affascinante figura insieme conciliare, preconciliare ma anche, e sorprendentemente, postconciliare cala il sipario anche su un secolo esaltante per la Chiesa alcamese. Un secolo che era nato sotto la luce di don Giuseppe Rizzo, gigante della Carita', della Santita' e del Genio sociale cristiano. Don Rizzo passo' come un fulmine nella storia della Sicilia: fondo' partiti, giornali (il Granellino democratico e cristiano), Casse Rurali (L’Assunta poi Don Rizzo), Monti Frumentari...; traghetto' la Chiesa alcamese da un passato pieno di orpelli, pagine grigie ma anche esaltanti( e che viveva un presente afflitto dal laicismo greve, stupido ed arrogante dell'Italia umbertina.)..ad un futuro aperto alle novita' del XX secolo. Don Rizzo morì presto, troppo presto: nel 1912. La Chiesa alcamese, pur dotata di grandi e santi sacerdoti, per trenta anni rimase senza una personalità forte...forte socialmente, perché di Santi ne aveva eccome: basti pensare che l'Arciprete Manno nel 1943 evitò la distruzione di Alcamo convincendo i tedeschi a ritirarsi senza opporre resistenza agli americani che egli stesso accolse nel Luglio 1943 a Porta Trapani: Egli si avvio’ da solo e con un bimbetto che lo accompagnava mano nella mano ( il prof. Calcedonio Callea, ancora vivente e che ci ha raccontato l'episodio) ad incontrare le prime due jeep dell’esercito statunitense: da una delle due jeep scese un alto ufficiale americano a cui l’arciprete Manno porse la mano ,saluto amichevole a cui l’ufficiale rispose stringendo la mano dell’Arciprete e facendo seguire un rispettoso saluto militare…la strada per Palermo era aperta …Alcamo era salva! Nel 1944, proveniente da Mazara a cui allora apparteneva Alcamo ecclesialmente, arriva mons. Vincenzo Regina, allora giovane prete che aveva dato prova di carattere sia nel resistere al regime fascista organizzando l'azione Cattolica sia nel trattare, da pari a pari, con gli americani che gli consentirono di riaprire, gia' nel 1944, le scuole di ogni ordine e grado in provincia di Trapani... le prime nell'Italia liberata dagli alleati. Comincia qui la missione di Regina… ricostruire il tessuto sociale, economico e, perché no, politico della citta'. Insomma fece quello che nella Polonia degli anni 80 farà la Chiesa polacca con il cardinale Glemp sotto la direzione dell'immenso Giovanni Paolo II il Grande..... Cosi' come la Chiesa polacca aveva preparato la classe politica del post comunismo ... mons. Regina offrì alla società civile le energie fresche e preparate della gioventù cattolica organizzata, le quali colmarono i vuoti lasciati dal Fascismo e dalla guerra ed impedirono che la Mafia, come in tanti altri comuni siciliani, assumesse in pieno il potere civile. Infatti, negli anni, Alcamo ebbe come sindaci ed amministratori fior di galantuomini le cui opere sono ancora sotto gli occhi di tutti, certamente in un contesto difficile dove la mafia era fortissima ma non era tutto, era una parte sia pure rilevante, ma non tutto, come invece accadeva in buona parte della Sicilia. Ed accanto a questa opera di ricostruzione della " res publica" volendo solo ricordare “en passant” che grazie alla P.O.A. (Pontificia Opera di Assistenza) il Vaticano per tramite dell’Arciprete sfamo’ alla Pia Opera Pastore giornalmente migliaia di alcamesi …dobbiamo dire che mons. Vincenzo Regina e' stato l'anticipatore dei tempi per la salvaguardia dell'immenso patrimonio dei beni culturali della Chiesa e della città. Ed erano tempi in cui la voglia di nuovo , la voglia di dimenticare il passato come ricordo della fame faveva distruggere monumenti importanti non solo in Sicilia ma in tutta Italia . Non e’ un caso se oggi la Chiesa Madre di Alcamo - Basilica Vaticana per interessamento dell'Arciprete Regina- e' tra le chiese più belle della Sicilia, sicuramente la più bella provincia, carica di arte, di storia e di Fede. E che dire dell'ultima perla: la cappella Don Rizzo di Paolo Portoghesi, esempio più unico che raro in Italia, felice innesto di una opera moderna in un contesto antico? E che dire che del favoloso scrigno del Museo d'Arte Sacra che, a buon titolo, dovrebbe essere intestato a Monsignore? Una ultima cosa, ma fondamentale : Monsignorevolle essere ed era, è e sarà sempre Sacerdote ...come ebbe a dire al Federale fascista che lo minacciava di farlo confinare". “Sì, cosi rispose il pretino alcamese al potente Gerarca fascista, Io sarò sacerdos in aeterno .. mentre Lei stara' poco su quella sedia" (episodio raccontatomi dallo stesso mons. Regina pochi mesi fa durante un incontro la cui memoria conserverò per tutta la vita). Di mons. Regina mi piaceva questa riservatezza, questo senso alto del sacerdozio, questa compostezza che dava il senso della sacralità dell'essere sacerdote..... Con quel cappello a falde larghe rotondo che solo Lui e Mons. Tommaso Papa portavano con estrema dignita’ ,con quella tonaca lunga, abbottonatissima in tutte le stagioni, linda, dava il senso dell'eternità e della Maestà della Chiesa ... ci mancherà non vederlo attraversare rapido la piazza (anche questo condividevo ...).

Lui non accettava le mode perche' la Chiesa, "Mater et Magistra", non segue le mode, non deve seguire le mode ...perche’ le mode passano …MI ricordo l’ultimo incontro ... parlammo di Storia dell'Arte ...della sua grande amicizia con l’arcivescovo Giovanni Fallani-Presidente della Pontificia Commissione per l’arte sacra-, il grande conservatore dell'arte in Vaticano.Mons Fallani , coetaneo del Regina, e’ stato un grande umanista ed e’ stato colui che ha introdotto l’arte contemporanea nei Musei Vaticani: Parlando proprio della grande scultura di Pericle Fazzini che domina la moderna Aula dele Udienze in Vaticano Mons.Regina con la sua voce lieve ma ferma mi disse che l’Arte Cristiana , non e' per gli occhi del mondo, ma attraverso gli occhi del mondo porta le anime a Dio soprattutto quelle che a prima vista sembrano lontane dal naturale Senso Religioso. Così come nel passato i grandi affreschi, i grandi mosaici (vedi Monreale) facevano "leggere " la Parola di Dio al Popolo, a tutto il Popolo... tutto in mons. Regina era rivolto alla gloria della Chiesa, che e' poi la Gloria di Dio incarnato nella Storia.e l’Arte era una forma di opastorale missionaria …... Una annotazione ancora: mons. Regina anticipo ì tempi del dialogo con Costantinopoli. Che emozione quando ricevette, sul ponte che segna il confine della citta' di Alcamo con Partinico, l'Arcivescovo di Costantinopoli e che abbraccio fraterno dopo mille anni di separazione e che lacrime segnarono i volti di tutti i presenti, cattolici ed ortodossi! Eppoi il suo viaggio a Costantinopoli, con il suo confratello mons. Salvatore Asta, Nunzio Apostolico in Turchia! Ha voluto essere sepolto con il suo calice della sua prima Messa .. celebrata nel lontano 1932 ..."Sacerdos in Aeterno".. L'ho visto la mattina del 4 agosto, giorno di San Giovanni Maria Vianney – patrono universale dei parroci , nel centro della “sua” , nostra Basilica dell’Assunta tutt’uno nella sua immobilita’ con la Chiesa...per sempre fisicamente e spiritualmente ...ha chiuso la sua corsa tra gli affanni della citta' dell'uomo ...adesso celebra l'Eucarestia senza tempo con Cristo ed i Santi di ogni secolo ... Celebrera' con Loro i suoi cento anni. Ancora una volta Monsignore ha scelto bene con chi stare.

Luigi Culmone

 
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